Al ventunesimo anno di vita televisiva l’eroe di Andrea Camilleri sbarca al cinema per tre giorni di anteprima dedicati al film tv Salvo amato, Livia mia (trailer). Il film sarà poi proposto in prima visione su Rai 1 il 9 marzo. La collaudata squadra di sceneggiatori composta da Francesco Bruni (il più amato da Camilleri), Salvatore De Mola e Leonardo Marini uniscono il racconto epistolare Salvo amato… Livia mia (da Gli arancini di Montalbano) ed il racconto ironico Il vecchio ladro (da Un mese con Montalbano) per creare una storia sfaccettata che affronta passione, perversione, amore e brutalità. Una gestazione difficile quella del nuovo film di Montalbano segnata prima dalla scomparsa del suo padre letterario Andrea Camilleri e poi da quella del suo padre visivo: il regista Andrea Sironi che dopo trentaquattro solidi capitoli ha lasciato incompiuto questo ed altri due film. Il completamento è spettato a chi di più conosceva la squadra di attori ed aveva maturato vent’anni di esperienza diretta con essi: Luca Zingaretti.
Dirigere e recitare il ruolo principale in un film è impresa che richiede molta proprietà e conoscenza del set, del testo e delle qualità dei propri colleghi, resta chiaro quindi che solo chi è stato presente sempre sul set può avere la memoria ed il metodo per portare a termine il lavoro di Sironi. Luca Zingaretti ha studiato recitazione a Roma proprio con Andrea Camilleri passando poi al teatro con calibri come Luca Ronconi e Marco Mattolini. Zingaretti era già impegnato nel cinema d’autore quando incrocia il genere poliziesco due anni prima di vestire i panni di Montalbano recitando nella fase crepuscolare di una serie chiave della storia della nostra televisione come La piovra. Salvo amato, Livia mia insieme a La rete di protezione ed un terzo titolo che la Rai ha girato ma serberà nascosto fino al 2021, sono gli ultimi lavori ad aver potuto beneficiare della consulenza di Andrea Camilleri che ha sempre lasciato molta libertà agli sceneggiatori limitandosi affettuosamente a controllare la precisione del dialetto siciliano presente nei dialoghi.
Il racconto epistolare che fa da ossatura centrale al film si ambienta in Liguria, nel borgo marinaro di Boccadasse all’interno del Comune di Genova. Montalbano, mosso più da gelosia e competizione che da stimolo professionale aiutava un commissario locale a risolvere il delitto di una giovane amica della fidanzata Livia attraverso le loro lettere d’amore. Nell’adattamento televisivo la storia si sposta a Vigàta dove viene rinvenuto il cadavere della giovane vittima all’interno dell’archivio comunale. Un giallo ricco di passioni segrete, amori e misteri che porteranno il protagonista ad affrontare i lati oscuri della criminalità organizzata e lo sfruttamento degli extracomunitari. Non mancheranno le classiche pause caffè o alcune bellissime gag dedicate agli irresistibili arancini fatti in casa.
Il vero mistero è però extradiegetico e si riferisce al futuro del commissario più amato d’Italia, la Rai può ancora contare sull’ultimo romanzo pubblicato da Camilleri Il cuoco dell’Alcyon e su un libro che la casa editrice Sellerio tiene per il momento in cassaforte, ma dopo questi ultimi due testi si dovrà decidere se chiudere l’esperienza o provare una svolta coraggiosa e ricca di insidie senza più poter contare sul grande padre. Per Camilleri Montalbano è l’italiano medio, con qualche difetto e qualche qualità, che ogni giorno cerca di fare la cosa giusta cercando più la verità delle cose che la formalità della giustizia, ci piace pensare che in fondo Montalbano sia davvero lo specchio buono dell’Italia di tutti giorni che lotta e soffre fra un caffè ed un arancino inseguendo le nevrosi del mondo moderno incluse le app misteriose dei telefonini e le evoluzioni extradiegetiche di portare al cinema gli eroi della tv in tutta risposta alla rivoluzione di Netflix.