I nostri consigli per San Valentino pt 2

copertina san valentino

MILLENNIUM ACTRESS (2001; Satoshi Kon)

millennium actress, la recensione

Un incontro inaspettato con un misterioso pittore e rivoluzionario ricercato segna l’inizio del mito di Chiyoko Fujiwara, una delle più grandi attrici giapponesi. Nel suo inconfondibile stile, Satoshi Kon racconta una storia in cui sogno e realtà si intrecciano senza confini: il racconto della protagonista ai documentaristi che la stanno intervistando si trasforma in un frenetico viaggio tra cinema e vita. Decisa a ritrovare l’uomo che ha rapito il suo cuore, Chiyoko accetta il ruolo offertole da un regista, sperando che il giovane possa vedere uno dei suoi film e cercarla. La sua appassionata ricerca attraversa le epoche e i personaggi che ha interpretato, legata all’unico oggetto che l’uomo le ha lasciato: una chiave che apre “la cosa più importante che esista al mondo”. Satoshi Kon costruisce un viaggio esistenziale che va oltre l’inseguimento dell’amato: è la celebrazione dell’amore stesso, della forza che spinge a sognare e a vivere.                      

Millennium Actress non è la storia di un amore, ma è una storia dove esso è onnipresente, in ogni scenario, in ogni tempo, in ciascuna delle molteplici vite di Chiyoko. È il motore della sua esistenza, un’esistenza che si realizza non attraverso il conseguimento dell’obiettivo, ma nel puro atto di vita che è la ricerca stessa.  

Di Giulia Ronca.

IL TEMPO DELLE MELE (1980; Claude Pinoteau)

IL TEMPO DELLE MELE, RECENSIONE

Sensibili ai temi dell’ansia e dello stress indotti dalla società ed interessanti a trascorrere il tempo con i propri amici chiacchierando sul divano piuttosto che sotto la musica assordante della discoteca, i giovani d’oggi si dichiarano continuamente alla ricerca di luoghi e attività che diano loro un forte senso di protezione, calma e familiarità: di comfort, insomma. Molti di loro lo ricercano nell’abbigliamento, nell’alimentazione, nella musica e, ovviamente, in film o serie tv – che, tra l’altro, appartengono spesso a periodi storici lontani dal loro, il che li renderebbe anche delle vere e proprie vintage victims. Tra comodità e gusto retrò allora, mi sento in dovere di sbloccare un nuovo comfort movie per i più romantici della Gen Z: Il tempo delle mele.

Uscito nelle sale nel 1980 e divenuto un cult per la sua colonna sonora – la canzone Reality di Richard Sanderson – il film ritrae il momento più delicato e, contemporaneamente, più vivace della nostra esistenza e, cioè, il passaggio dall’età acerba dell’infanzia al vigore adolescenziale, tra primi amori, amicizie sincere, incomprensioni con i genitori e pagelle scolastiche non proprio eccellenti. Un titolo consigliatissimo da vedere in compagnia della vostra dolce metà per un San Valentino all’insegna di cioccolate calde sotto al piumone.

Di Arianna Santilli.

LES DEMOISELLES DE ROCHEFORT (1967; Jacques Demy)

les demoiselles de rochefort

Quale periodo migliore per riscoprire un capolavoro della Nouvelle Vague se non a San Valentino? Con Les Demoiselles de Rochefort, il regista Jacques Demy ci accompagna in un mondo dai colori pastello, ricco di splendidi costumi, balli e canti, omaggiando lo stile del musical classico hollywoodiano. In una piccola cittadina di mare, le gemelle Delphine e Solange (interpretate dalle sorelle Catherine Deneuve e Françoise Dorléac) trascorrono la loro vita aspettando di trovare l’amore. Quando il marinaio Maxence (Jacques Perrin) e il compositore americano Andy (Gene Kelly), anch’essi in cerca dell’anima gemella, giungono a Rochefort, le loro strade si incontreranno per dare inizio a coinvolgenti intrecci di puro romanticismo.

Oltre a un cast iconico, protagonista a tutti gli effetti è anche la colonna sonora di Michel Legrand, celebre compositore francese e frequente collaboratore di Demy, che mescola lo stile sinfonico con sonorità jazz per creare brani dall’irresistibile allegria. Un tripudio di spensieratezza e amore che si fonde con le atmosfere favolistiche tipiche Demy per un film adatto ai cinefili più sognatori.

Di Giulia Mazzoneschi.

ONLY LOVERS LEFT ALIVE (2013; Jim Jarmusch)

Only lovers left alive, recensione

L’amore in Only Lovers Left Alive cresce al buio, tra il pallore e la solitudine. Quello tra Eva e Adam (interpretati da Tom Hiddleston e Tilda Swinton) è un sentimento a volte annoiato, rassegnato, ma allo stesso tempo vivo e pulsante. Una passione che si staglia tra i margini, gli stessi margini che i protagonisti abitano, in cui i protagonisti sopravvivono. Esattamente di sopravvivenza si tratta; la loro, infatti, è un’esistenza trascinata, un affanno verso quel soffio vitale che sembra ormai andato perso per sempre. Eppure, “solo gli amanti sopravvivono”, solo gli amanti sono in grado di aggrapparsi l’uno all’altra per evitare di finire nel burrone dell’incomunicabilità. Jim Jarmusch descrive un amore anticonvenzionale, che rompe le regole. Con il sarcasmo grottesco e la sfrontatezza che lo contraddistinguono, il regista riesce a trascinarci dentro il ritratto di una passione fuori spazio – tempo, così atipica da spingerci a desiderarne una simile (o quasi!).

Di Francesca Nobili.

MODERN LOVE (2019; John Carney)

MODERN LOVE, RECENSIONE

Modern Love, serie antologica distribuita da Amazon Prime Video è un prezioso memento da avere per San Valentino. La serie esplora l’amore nelle sue varie forme, ad esempio: l’amore per un migliore amico, per una persona defunta, per un figlio o verso sé stessi. I racconti della serie superano i limiti dello spazio, come nella puntata Strangers on a (Dublin) Train, dove i due protagonisti si daranno appuntamento nello stesso luogo dopo due settimane, inconsapevoli dell’arrivo della quarantena per Covid-19 che li ostacolerà. Racconti in cui l’amore è capace di superare anche i limiti del tempo, come il sentimento ancora vivo per un marito defunto (On a Serpentine Road, With the Top Down) o l’innamoramento che può nascere tra due anziani durante gli ultimi anni della loro vita (The Race Grows Sweeter Near Its Final Lap).

Queste storie nascono dall’omonima rubrica del New York Times, contenente brevi frasi tratte dalle esperienze romantiche dei lettori. Il cast comprende attori pluripremiati come: Anne Hathaway, Andrew Scott, Tina Fey, Cristin Milioti e Dev Patel. La serie ricorda quindi, al di là delle relazioni romantiche, l’onnipresenza dell’amore nelle nostre vite, in forme e modalità sempre diverse tra loro.

Di Daniel Dellaccio.

BEGINNERS (2011; Mike Mills)

BEGINNERS, LA RECENSIONE

Delicato e malinconico, Beginners, semi-autobiografia del regista Mike Mills, è imperdibile per chi si sente principiante nell’amore e nella vita. Assoluto principiante è, infatti, Oliver (Ewan McGregor), che, dopo la morte della madre, deve affrontare l’inatteso coming out di suo padre Hal (Christopher Plummer, che per questa performance ha vinto l’Oscar). Hal decide di vivere i suoi ultimi anni, segnati da un male terminale, con ironia e sincerità, fidanzandosi con un uomo molto più giovane e riscoprendo sé stesso in un modo che confonde e spiazza suo figlio, che si accorge di non aver mai conosciuto davvero il padre. A sconvolgere nuovamente la vita di Oliver arriva poi Anna (Melanie Laurént), eccentrica attrice francese. La loro storia inizia in modo teneramente impacciato, in silenzio, a una festa in maschera e prosegue in una dimensione intima, privata, raccontata con una dolcezza che perfettamente evoca l’essenza fragile dell’amore tra due persone che si riscoprono.

La doppia trama di Beginners, i due amori di Oliver, legati insieme da un montaggio affascinante e da frequenti flashback, invita a vivere l’amore con coraggio e leggerezza. In solitudine o in compagnia, è la visione perfetta per confortare i cuori spezzati questo San Valentino.

Di Francesca Muroni.

LEAVING LAS VEGAS (1995; Mike Figgis)

LEAVING LAS VEGAS, RECENSIONE

La West Coast statunitense è popolata da personaggi memorabili. Da ogni angolo strane figure sbucano continuamente, tra pattern che si ripetono e unicità indimenticabili. Lo sceneggiatore alcolizzato e la prostituta di Leaving Las Vegas, interpretati rispettivamente da Nicolas Cage e Elisabeth Shue, si amalgamano con coerenza in questa fauna variegata. I due vagano tra le luci dei casinò e dei bar di Las Vegas usandosi vicendevolmente come stampella per restare in piedi. I loro passati sono differenti, quasi agli antipodi, lui ha perso tutto lei non ha mai avuto nulla, eppure la ferita è la stessa. Entrambi si sentono incapaci di essere amati, non degni dell’affetto altrui; ma come si può amare se si pensa di non meritarsi amore, di non essere abbastanza? Questa è la domanda alla quale lo spettatore si ritrova a dover cercare risposta. Fortunatamente il film di Mike Figgis (e l’interpretazione da Oscar di Nicolas Cage) ci vengono in soccorso impacchettando un regalo per cuori e fegati forti.

Di Alessandro Viani.

IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE (2001; Pierre Jeunet)

Il favoloso mondo di amelie, recensione

C’è qualcosa di magico e intrinsecamente bello nella petit Paris delineata da Jean-Pierre Jeunet. Una storia d’amore diversa da quelle più famose e blasonate, caratterizzata al contrario da uno sguardo più naif e spensierato. Un mondo composto da fantastiche immagini assurde, piccoli gesti concatenati e dove, con il giusto tempo e pazienza, tutti possono trovare una propria serenità. Senza contare ovviamente lo score composto da Yann Tiersen, creatura che ha da tanti anni cominciato a vivere di vita propria in svariati montage condivisi sui social. Se voleste, come me, perdervi ancora oggi in questo strano mondo, una Parigi che non è mai esistita, dimenticando le vostre preoccupazioni per un paio d’ore, ci sono pochi altri film che vi permettano di farlo con la semplicità intrinseca in questa pellicola.

Di Federico Sagheddu.

EMMA (2020; Autumn de Wilde)

Emma, la recensione del film

Ricca, bella e intelligente, Emma Woodhouse vive un’esistenza protetta e agiata e in molti pendono con gioia dalle sue labbra. La giovane è la regina della vita sociale del suo paese, e ostenta la sua signorilità aiutando i meno fortunati e coltivando la passione di combinare matrimoni. Avvezza ad essere ammirata e invidiata, intesse relazioni sociali mantenendo una certa freddezza ma, suo malgrado, sentimenti sconosciuti iniziano a fare breccia nel suo cuore. Presto si trova costretta a fare i conti con le conseguenze delle sue manipolazioni e a prendere coscienza della sua tendenza a nascondersi dietro le vite degli altri. Tra le protagoniste nate dal genio di Jane Austen arrivate sullo schermo, la Emma di Anya Taylor Joy è senza dubbio una delle più riuscite: un anti-eroina viziata e brillante, ammaliante e piena di contraddizioni. Johnny Flynn veste, invece, i panni di Mr Knightley, amico affezionato nonché unico severo critico di Emma.

Il debutto alla regia della fotografa Autumn De Wilde è una perfetta coreografia di abiti sofisticati, colori pastello e musiche evocative. Esteticamente ineccepibile, Emma è anche un racconto appassionante ed esilarante sulla complessità delle relazioni umane e su come, in ogni sua declinazione, l’amore valga sempre la pena di essere vissuto.

Di Miranda Rinaldi.

WHEN HARRY MET SALLY (1989; Rob Reiner)

when harry met sally, recensione

Harry (Billy Crystal), dopo il colpo di fulmine, avrebbe immediatamente lasciato qualche like tattico a Sally (Meg Ryan) su Instagram, Jess (Bruno Kirby) e Marie (Carrie Fisher) sarebbero stati gli accompagnatori perfetti di un blind date organizzato dagli amici. L’iconica scena della differenza tra un orgasmo reale e uno fake sarebbe diventata un video virale su YouTube o su qualsiasi social, mentre Harry avrebbe preso un Uber per arrivare alla festa di Capodanno, risparmiandosi l’accorata corsa per le strade di New York. Insomma i protagonisti di When Harry met Sally di Rob Reiner, i capostipite dei friends to lovers, avrebbero perso tutto il loro fascino ai giorni nostri. E invece la poesia del film sta proprio nell’attesa, nell’osservare due persone che evolvono insieme, cambiano il modo di guardarsi, senza mai perdere di vista la propria unicità. Un’idea di tempo vintage che ci ricorda che l’amore non è solo un incrocio casuale di destini, ma un viaggio di cui bisogna avere la pazienza di percorrere tutte le tappe (Casablanca e lacrime comprese).

Di Martina Belluscio.

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