14 ottobre 2008: il giovane Abdoulaye Fofana, sospettato di aver partecipato ad un atto di vandalismo, viene brutalmente aggredito dalla polizia. Dietro il video, girato a Montfermeil, c’è un giovane regista francese di origini maliane del posto, Ladj Ly. Questo regista, già da qualche anno, con il suo gruppo Kourtrajmé Productions, è al centro di un progetto di impegno sociale che, attraverso documentari ed installazioni urbane, vuole restituire l’autentica e stratificata immagine di posti come Montfermeil e Clichy-sous-bois, le famose banlieue parigine (sobborghi, ndr). In particolar modo in seguito alle tensioni che sono esplose in numerose e violente rivolte nel 2005. Un’immagine che, citando Victor Hugo (che a sua volta scelse Montfermeil come ambientazione principale del suo romanzo I miserabili) possa far luce sul fatto che “non vi sono né cattive erbe né cattivi uomini: vi sono solo cattivi coltivatori.”.
Da questo famoso passo ripartirà (o meglio, si concluderà) lo stesso Ladj Ly ne I miserabili (trailer), che nasce come cortometraggio nel 2017, per poi essere esteso a lungometraggio nel 2019. Il film è stato presentato alla 72esima edizione di Cannes, dove è stato poi premiato con il Premio della giuria (ex-aequo con il film di Filho e Dornelles Bacurau). A seguito di un breve prologo, I miserabili si apre con Stéphane Ruiz (Damien Bonnard), un poliziotto proveniente dalla provincia al primo giorno di servizio con la squadra anticrimine di Parigi. Qui farà la conoscenza di Chris (Alexis Manenti, accreditato anche come co-sceneggiatore) e Gwada (Djibril Zonga), due agenti veterani che lo introdurranno al mondo delle banlieue – la zona da loro sorvegliata.
Riadattando su schermo anche il sopracitato episodio del 2008, Ladj Ly decide di ambientare le vicende nel 2018, nella torrida estate che ha visto trionfare la nazionale francese ai mondiali di calcio. Il prologo infatti si svolge tra le strade e tra i simboli più rappresentativi di Parigi (la torre Eiffel e l’Arco di Trionfo), dove vengono sventolate bandiere e il popolo francese sembra essere più unito che mai. Da questa unità il regista andrà sempre più a fondo per dar voce a tutte le parti che entreranno in campo, dalla polizia alle gang/tribù locali, dai gestori del traffico di stupefacenti ai Fratelli musulmani, passando per i gitani. Quasi un video-saggio, quello girato da Ladj Ly, che occuperà la prima parte del film caratterizzata da un utilizzo della camera a mano e del drone volto a presentare gli spazi entro i quali si muoveranno i nostri protagonisti.
La dissoluzione, causata da un rapimento di un cucciolo di leone appartenente ai gitani, farà piano piano crollare quei fragili equilibri tra la polizia e le gang di Montfermeil ed esplodere, per l’ennesima volta, la rabbia (o la paura?) degli abitanti del posto. Nel susseguirsi di eventi, tutta la potenza del film e la capacità di Ly di non oltrepassare la fin troppo sottile linea che lo separa da una retorica telefonata ricorrente in questo tipo di film, che sia a favore dei suoi concittadini o a favore della polizia, sta nel mostrare il tutto attraverso un distacco che si guarda bene dal giudicare i punti di vista dei singoli personaggi. Un’onestà intellettuale che rende I miserabili un ottimo esempio di cinema popolare, in quanto caratterizzato ancora una volta da un impegno sociale di fondo non banale, assolutamente da recuperare.
I miserabili, distribuito in Italia da Lucky Red, è disponibile a partire dal 18 maggio sulla nuova piattaforma streaming MioCinema, impegnata nel distribuire alcuni dei titoli che stanno saltando la sala e a fornire sostegno alle sale e i circuiti che prenderanno parte all’iniziativa.