New York 1977. Un gruppo di vendicatori, chiamati Hunters, danno la caccia ai nazisti che a seguito della liberazione della Germania si rifugiarono in America, creandosi una nuova vita. Jonah Heidelbaum, interpretato da Logan Lerman (Noi siamo infinito), è un ragazzo ebreo orfano che vive con sua nonna, una sopravvissuta all’Olocausto. A seguito dell’assassinio di quest’ultima incomincia ad indagare sulle circostanze misteriose. È così che viene a conoscenza di Meyer Offerman (Al Pacino), amico di sua nonna, con il quale aveva condiviso gli atroci momenti del campo di concentramento, e il suo gruppo di cacciatori. I misteriosi assassini, però, faranno interessare anche le autorità, specialmente un’agente dell’FBI interpretata da Jerrika Hinton (Grey’s Anatomy).
Hunters (trailer), serie targata Amazon Prime ideata dall’esordiente David Weil, è approdata lo scorso 21 febbraio e ha fin da subito destato attenzione grazie al cast stellare ed anche per la presenza di Jordan Peele alla produzione (Get Out e Noi).
I cacciatori sono un variegato miscuglio di personalità diverse. Oltre al capo miliardario interpretato da Al Pacino (Wilde Salomé), Kate Mulvany interpreta una suora spietata, Josh Radnor (How I Met Your Mother) è l’ex attore, mago dei travestimenti, Tiffany Boone (The Following) una madre afroamericana che lotta per i suoi diritti, Louis Ozawa Changchien un veterano del Vietnam, ed infine la coppia di coniugi sopravvissuta agli orrori dell’Olocausto, Carol Kane (Unbreakable Kimmy Schimdt) e Saul Rubinek (La ballata di Buster Scrugs). Sono degli anti-eroi, che al contrario dei supereroi dei fumetti di Jonah non fanno quello che è giusto, ma quello che è necessario per vendicare, anche attraverso torture atroci.
Abbassandoti al loro livello, ottieni giustizia o diventi il male che combatti? È questa la domanda che sembrano porsi i personaggi insieme alla serie stessa. L’eccessiva violenza è stata, infatti, motivo di controversia a seguito della sua uscita. Altro caso di dibattito sono state alcune scene ambientate nei campi di concentramento: a causa della loro inverosimiglianza, Auschwitz Memorial si è dichiarata estremamente contraria alla decisione di inventare nuove torture commesse dai nazisti, sostenendo che sono state commesse tremende azioni e non era necessario inventarne di altre che potrebbero alimentare la corrente del negazionismo.
Al di là delle varie dispute generate da Hunters, già dall’incipit risulta un prodotto intrigante. La storia, avvincente e interessante, prende spunto da fatti realmente accaduti, per quanto non si abbia nessuna testimonianza della vera esistenza del gruppo dei cacciatori. I nazisti emigrati fuggirono veramente sotto altre identità in America, aiutati dal governo statunitense con l’operazione Paperclip. La missione aveva lo scopo di reclutare scienziati, ingegneri tedeschi su cui poter contare durante la guerra Fredda e si rivelò cruciale per la nascita della NASA.
Hunters riesce ad usare tanti e diversi registri narrativi, da quello estremamente drammatico, come le scene dei campi di concentramento, a quello più ironico (come l’immaginario quiz sul perché gli ebrei sono odiati), le numerose sequenze pulp alla Tarantino, fino ai continui omaggi ai fumetti sui supereroi e ai film degli anni ’70 da Star Wars a Ed Wood e i b-movies. La serie ha diversi elementi vincenti: i momenti toccanti, l’azione, l’umorismo e soprattutto i colpi di scena. A parte qualche forzatura e ingenuità nella sceneggiatura, la prima stagione sorprende anche dal punto di vista tecnico, che a fianco alle interpretazioni di un cast di alto livello pone una regia dinamica e originale e stupisce e affascina la messa in scena curata degli anni ’70.
Hunters è sicuramente un progetto ambizioso, ma il cui potenziale non è stato sfruttato a pieno. Le numerose componenti interessanti non sono sempre equilibrate adeguatamente, rendendo il prodotto a volte confuso e fuori fuoco. Proprio per l’abbondanza di generi e citazioni, David Weil non riesce completamente a concentrarsi sulla trama, sull’obiettivo e sull’identità della serie. È proprio nel suo essere dissacrante e ardito che poi finisce per perdersi. Per esempio, l’uso della finzione storica non è la prima volta che viene messo in campo, ma in questo caso inventare torture mai avvenute nei confronti degli ebrei non risulta una mossa coraggiosa, piuttosto semplicemente non necessaria.
Nonostante ciò rimane un prodotto assolutamente valido, ricco di momenti esilaranti e altri che ammutoliscono lo spettatore per la loro tragicità. Hunters è una delle serie più folli e politicamente scorrette degli ultimi anni, e farà parlare ancora tanto di sé. Anche se ricca di spunti stimolanti, la serie non è priva di difetti e lascia qualche dubbio, ma grazie al colpo di scena finale non possiamo far altro che aspettare con ansia la seconda stagione.