La serie di film horror avente protagonista Vincent Price offerta da Amazon Prime Video procede con La torre di Londra (1962, trailer), il quale porta ancora una volta la firma di Roger Corman. Il lungometraggio, distribuito dalla United Artists, si presenta innanzitutto come un remake de L’Usurpatore (1939) di Rowland V. Lee. Non si tratta questa volta dell’adattamento di un racconto, come quelli di Edgar Allan Poe, piuttosto l’intento è quello di dar vita visivamente ad uno di quei misteri mai risolti e che forse risultano affascinanti e al contempo agghiaccianti proprio per tale motivo.
Il film, infatti, si incentra principalmente sulla figura di Riccardo III, duca di Gloucester, ma più in particolare sulla leggenda dei cosiddetti “Principi della Torre”. Di fatto, si narra che Riccardo III, reso protettore da parte del fratello e re morente Edoardo IV del figlio e futuro sovrano Edoardo V d’Inghilterra, fosse responsabile del presunto soffocamento di quest’ultimo e del fratello Riccardo di Shrewsbury. Sono diversi gli scritti e le teorie che girano intorno alla scomparsa dei principi a partire da scrittori come Thomas More e Polydore Virgil, sino ad arrivare alle Holinshed’s Chronicles, fonte preziosa di cui William Shakespeare fece tesoro per il suo celebre dramma storico Riccardo III. Ciò che si sa per certo è che intorno al 1483, dopo l’ascesa al trono di Riccardo III, i due fratelli furono trasferiti nella Torre. Da quel momento in poi, le uscite cominciarono ad essere sempre più rare, sino alla completa scomparsa. Diverse voci cominciarono a circolare e diversi sospetti caddero sul re. I resti dei bambini vennero ritrovati solo nel 1674 e furono traslati nell’abbazia di Westminster.
Il cinema, naturalmente, con materiale del genere non poteva starsene con le mani in mano, dunque sono diversi gli adattamenti cinematografici che fanno riferimento alla figura di Riccardo III e che hanno come modello l’opera di Shakespeare (basti pensare al Riccardo III di Sir Laurence Oliver e a quello di Sir Ian McKellen ambientato nell’Inghilterra fascista degli anni Trenta).
Ma, per tornare al nostro di rifacimento, La torre di Londra nasce da una sceneggiatura ad opera di Leo V. Gordon, Amos Powell e James B. Gordon, molto ordinaria ma comunque ben fatta. Direttore della fotografia è Archie R. Dalzell, al quale si deve il merito di un’ottima gestione della luce. Il film, pur mostrando le orride modalità attraverso cui Riccardo III conquista il potere, in realtà pare mettere in secondo piano gli omicidi del protagonista per porre l’attenzione sui tormenti interiori che emergono dalle azioni stesse. Queste ultime prendono plasticità attraverso la presenza dei fantasmi delle vittime del sovrano, che in seguito renderanno Riccardo III nient’altro che un folle. Gli spettri sono solo una traccia di uno degli effetti speciali amatoriali per cui si distingue Roger Corman. Non possono infatti mancare sovrimpressioni, finestre che si spalancano, lenzuola alzate dal vento, armature che si trasformano in scheletri e così via. Pare quasi di essere in un’attrazione horror di un parco divertimenti.
A questo punto non si può tralasciare l’importanza della scenografia. La torre, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di un’atmosfera gotica, quasi come se si trattasse del tipico castello di Frankenstein. Non può mancare una stanza della tortura, che tra l’altro sembra essere fin troppo simile a quella de Il pozzo e il pendolo. Ma come sappiamo i film sono un continuo riciclo. All’importanza della scenografia si accompagna quella della luce. Entrambe, infatti, attraverso un eccellente gioco di squadra ricordano i film appartenenti al cinema espressionista tedesco degli anni Venti. Luci contrastate, ombre preminenti che si scagliano sulle mura dei sotterranei avvolgono il protagonista nel suo terrore e nelle sue visioni, quasi a rappresentare la follia dell’usurpatore che opprime quest’ultimo sempre di più.
La performance attoriale di Vincent Price risulta essere brillante. L’attore riesce a rendere il personaggio odioso, malefico ma magnifico nei suoi monologhi, nella sua disperazione e sete di potere. Price riesce così ad ipnotizzare lo spettatore e a suscitare in questo sentimenti contrastanti che vanno dall’odio all’attrazione, sino a provare una pena per il protagonista a causa della sua sorte.
Considerando la regia di Corman, è evidente che ci troviamo dinanzi a un film che non gode di una produzione costosa, ma nel suo insieme risulta essere un buon film, apprezzabile da un pubblico di nicchia come quello dei cinefili. In una notte da terrore, tra pop-corn e marshmallow, il lungometraggio, sebbene in numerosi punti esso riveli la sua natura fittizia, risulterebbe alquanto suggestivo. In generale, dunque, La torre di Londra può essere considerato come un pezzo d’antiquariato cinematografico che difficilmente potrà sfuggire alle personalità maggiormente attratte dal genere