Il film chiave della cinematografia di Wong Kar-wai comincia così: «Nell’istante in cui i nostro corpi si sono toccati ho provato un lunghissimo brivido, 57 ore dopo mi sarei innamorato di quella donna». In una frase si condensa il gioco temporale ed emozionale di un racconto ad incastro dove i protagonisti si sfiorano, si intravvedono ma non sempre raggiungono la piena consapevolezza dei loro legami o rapporti. Wong Kar-wai con Hong Kong Express (trailer) definisce la sua aderenza al pensiero cinematgrafico europeo nato con la nouvelle vague e sviluppatosi nella definizione di cinema d’autore contemporaneo.
Il suo film è, nella sua natura imprevedibile e creativa, l’emblema della nascita di un cinema autoriale di Hong Kong innovativo e moderno che segnerà per sempre l’immaginario occidentale. Non a caso sarà proprio Quentin Tarantino il maggior sostenitore dell’opera negli Stati Uniti e in Europa il film dominerà festival e rassegna di cinema di qualità per circa tre anni.
Moltiplicare e stratificare sembrano essere le parole chiave di questa scrittura cinematografica che trae insegnamento evidente da Astruc e Godard e che somiglia in tutto e per tutto alle soluzioni linguistiche rivoluzionarie del film À bout de souffle – Fino all’ultimo respiro includendo le scene di violenza e armi da fuoco risolte con una tecnica di rallenatmento digitale, innovativa per l’epoca, che deforma dalla loro natura le scene d’azione così come Godard deformò velocizzando l’esecuzione del poliziotto nel suo film emblema.
Hong Kong Express venne realizzato durante una pausa temporale della lavorazione di Ashes of time, il capolavoro wuxiapian di Wong Kar-wai che rivoluzionò il modo di raccontare le storie di cavalieri erranti cantonesi, quel filone che Ang Lee e Zhang Yimou avrebbero in seguito ripreso con La tigre e il dragone, Hero e La foresta dei pugnali volanti. Il film era previsto come un variopinto caleidoscopio di storie in cui i personaggi sempre equidistanti gli uni dagli altri si sarebbero dovuti incontrare ad un certo punto per pochi istanti. La mole di materiale girata però fu tale che alla fine si decise di escludere alcune storie e personaggi dal racconto, come è spesso capitato a Terrence Malick, recuperandone alcuni con un secondo film intitolato Angeli perduti.
In Hong Kong Express il time lock è importantissimo, orari e date sono emblemi metaforici della condizione del racconto, segnali matematici e temporali che scandiscono il rebus narrativo che segue il flusso del cuore e della logica interiore piuttosto che la linearità temporale o tipicamente strutturale di una sceneggiatuta da film di genere. Sulla natura numerica e temporale del racconto è emblematico il fatto che il personaggio noto come 223 sia nato alle 6 del mattino del 1° maggio poichè questa è la data di nascita di Wong Kar-wai.
Nella giostra di storie sentimentali l’autore gioca con gli stilemi del cinema di genere di Hong Kong creando storie d’amore che coinvolgono hostess, piccole criminali, dark lady e due poliziotti molto diversi fra loro magistralmente interpretati da Kaneshiro Takeshi (agente 223) e Tony Leung Chiu-wai (agente 663). Nel film spiccano per carisma ed importanza l’iconica Brigitte Lin (la dark lady dalla parrucca bionda) che rappresenta un’epoca ben precisa della storia del cinema di Hong Kong e Faye Wong che in fondo è la figura femminile centrale della storia con le sue effrazioni segrete nella casa di 663 in cui entra per esprimere il suo amore segreto riordinando le stanze e le cose senza che lui se ne accorga, distratto da una delusione amorosa.
Le rilfessioni dei personaggi sono poi il fulcro centrale della chiave di comprensione delle metafore celate nel film e in un certo senso segnano l’inquietante arrivo della perdita della democrazia ad Hong Kong rappresentata dalla riconsegna dei territori alla Cina. Il film del 1994 già esprimeva l’inquietudine dell’avvento del 1997 con una frase meravigliosa e di fortissima potenza: «Chissà da quando e perchè tutto ha una data di scadenza: il pesce spada scade, il sugo di carne scade, persino la carta per alimenti scade. Mi chiedo se a questo mondo esista ancora qualcosa che non scada.» La libertà ad Hong Kong sarebbe scaduta il primo gennaio del 1997.