Era il 1978 l’anno in cui John Carpenter e Debra Hill davano vita ad una figura destinata a diventare iconica nella storia del cinema dell’orrore (ma si può tranquillamente dire, del cinema tutto). Halloween, accompagnato da Black Christmas e Venerdì 13, andò a gettare le fondamenta per la nascita di uno dei generi horror più fortunati e di successo di sempre, lo slasher. Seppur influenzato da opere antecedenti come Psycho, il film di John Carpenter presenta tutti quei tratti che poi col passare degli anni sarebbero diventati tipici di questo genere, quali il maniaco omicida mascherato, le vittime il più delle volte adolescenti, la violenza efferata, la nudità e naturalmente la final girl, figura da sempre incarnata dalla protagonista della saga Laurie Strode, interpretata da Jamie Lee Curtis. È Michael Myers, però, il vero protagonista di Halloween, una delle saghe più longeve e di successo di sempre, che dopo ben 44 anni di vita, tra sequel, remake e reboot, giunge finalmente alla sua conclusione.
E dunque dopo quarant’anni di incontri e match più o meno riusciti tra queste due icone dello slasher moderno si è finalmente giunti ad una degna conclusione? La risposta sfortunatamente è un secco no. Sembra che Hollywood, soprattutto negli ultimi anni, incontri una strana fatica nel concedere conclusioni dignitose ai suoi franchise più noti. Halloween Ends (trailer) sembra seguire l’esempio del recente Jurassic World: Dominion, ovvero un nuovo ed ultimo capitolo di una rinomata saga, che si propone come conclusivo, promuovendo una specifica storyline da seguire per poi invece intraprendere una direzione completamente diversa.
La campagna marketing di questo film (particolarmente scialba per il titolo presentato) sembrava voler puntare tutto sulla resa dei conti finale tra i due protagonisti, seguendo quindi quella che sarebbe stata la strada più plausibile e coerente per una storia simile. Chiunque si recherà in sala con queste aspettative non potrà che rimanerne deluso poiché si ritroverà davanti il racconto di una storia diversa, una storia nuova. Infatti, quest’ultimo capitolo impiega la maggior parte del suo tempo nel raccontare una storia ex novo, una nuova vicenda sì legata a ciò che ci è stato presentato nei precedenti capitoli, ma allo stesso tempo totalmente inedita. Non solo la storia di Michael e Laurie sembra non avere più molta importanza, ma il fulcro di questo Halloween Ends si basa su una narrazione, a conti fatti, poco interessante. Una vicenda con degli spunti ed un messaggio potenzialmente interessanti, ma non a sufficienza da giustificare un minutaggio così elevato e decisamente non sviluppati nel migliore dei modi.
Certo, a differenza del citato Jurassic World: Dominion, Halloween Ends vanta di mettere definitivamente la parola fine (almeno per ora) a questa quarantennale saga, ma il modo in cui ci si arriva e la messa in scena sono sicuramente discutibili. Anche volendo sorvolare sul plot principale, sono ben pochi i pregi individuabili in questo film. I personaggi che negli anni abbiamo imparato ad amare, sia protagonisti che comprimari, non sono mai stati così vuoti. La stessa Laurie sembra essere lì solo per dovere, un personaggio stanco e moscio, che ha smesso di evolversi da almeno due film e che conserva ben poco della caratteristica grinta.
Laurie condivide questo destino con tutti i personaggi che la circondano, che addirittura faticano a trovare un proprio posto ed un ruolo degno di questo nome all’interno del film: ognuno di essi si limita a ricoprire la posizione del sopravvissuto, con un vano tentativo di delinearla in chiavi diverse ma talmente superficiali da rendere quasi impossibile provare empatia nei loro confronti.
Ma non sono solo i personaggi noti ad apparire stonati. L’intera cittadina di Haddonfield appare sovraccarica, tutti i suoi abitanti sono ora più che mai eccessivamente sopra le righe, quasi grotteschi. Sono tutti troppo nervosi e crudeli gli uni con gli altri, sembrano quasi i cittadini di Derry di It (e i parallelismi con It sono presenti a più riprese, ma senza un vero motivo). Anche qui, si intuisce quale fosse la realtà da mettere in scena, ovvero una città che dopo anni vive ancora nell’ombra di Michael Myers, capace anche in sua assenza di influenzare le vite di queste persone rendendole paranoiche e aggressive. Tuttavia, puntare all’eccesso non è mai la formula più adatta e là dove, seppur anche in quel caso tirando un po’ troppo la corda, Halloween Kills era riuscito nel rappresentare una comunità stanca e pronta a farsi carnefice, Halloween Ends fallisce miseramente nel mettere in scena questo disturbo post-traumatico collettivo.
Perfino la regia stavolta sembra meno ispirata. Non solo riesce ad essere confusionaria durante scene d’azione relativamente semplici, ma forse per la prima volta non si respira minimante quell’atmosfera magica e al contempo inquietante che ogni film di Halloween riesce solitamente a comunicare. Potrebbe, anche in questo caso, essere voluto e legato a quel processo di graduale spegnimento al quale Haddonfield è stata sottoposta nel corso degli anni, ma si rischia di cadere in sovra-interpretazioni. Se con i precedenti due capitoli, puntando anche tanto sull’effetto nostalgia, David Gordon Green era tutto sommato riuscito a cavarsela, stavolta non riesce in alcun modo a reggere il paragone con l’operato di John Carpenter.
Un pregio da riconoscere a questo Halloween Ends è che effettivamente fa ciò che dice: la lunga storia di Laurie Strode e Michael Myers trova la sua fine con quest’ultimo capitolo. Certo, la strada percorsa per arrivarci è lunga e tortuosa e lo spettatore dovrà attendere molto per vedere ciò per cui ha pagato ma, a meno di future retcon o vari remake o prequel, la storia per come la conosciamo finisce qui. Finisce, purtroppo, con un film ben poco celebrativo. Paradossalmente, Halloween Kills presentava una natura decisamente più evocativa e funzionale allo scopo.
In sostanza, Halloween Ends è un film deludente, a tratti irrispettoso nei confronti della saga e del pubblico affezionato, che viene a tutti gli effetti attratto in sala con l’inganno. Non sembra nemmeno di vedere la naturale prosecuzione dei due capitoli precedenti, come se fosse stato cambiato tutto in corso d’opera per motivi ignoti. Se il rilancio del brand aveva, nel bene e nel male, convinto nuovi e vecchi fan, questa amara conclusione probabilmente finirà col gettare ombra sulla tanto rinomata maschera bianca di Haddonfield, che forse, giunta a questo punto, merita di riposare un po’.
Nelle sale dal 13 ottobre.