Ansia. Turbamento e inquietudine. 120 minuti così. Diretto da Ric Roman Waugh, Greenland (trailer) vede come protagonista uno Gerard Butler (tra gli altri progetti ai quali ha partecipato, la saga Attacco al potere) che sin dalla prima inquadratura ha un’espressione da cane bastonato intrisa di preoccupazione e colpa. Ad affiancarlo Morena Baccarin (vista anche nella saga Deadpool e nella serie tv Gotham) e il giovanissimo attore Roger Dale Floyd che annovera solo un paio di espressioni, tuttavia efficacissime.
Un disaster movie dalla trama forse non troppo avvincente e comunque già vista. Una catastrofe naturale sta per abbattersi sulla Terra. Inizialmente gli scienziati prevedono che l’impatto della cometa non causerà danni gravi e, anzi, offrirà un meraviglioso spettacolo nel cielo che sarà possibile osservare. Più la cometa si avvicina però, più risulta chiaro che l’impatto non lascerà affatto incolumi gli esseri umani, né i luoghi da loro abitati. Iniziano così una lotta contro il tempo, una lotta di classe e una lotta per la sopravvivenza. Il tempo è poco e tutto sembra impedire al protagonista, e alla sua famiglia, di raggiungere l’aereo militare sul quale è stato invitato a recarsi.
La scelta di chi avrà una possibilità di salvarsi e chi invece è destinato a perire dipende prettamente dal tipo di professione o mestiere svolto dalle singole persone e, conseguentemente, dalla loro condizione socio-economica. La sopravvivenza, infine, viene messa a dura prova da una serie di circostanze avverse, incontri ed eventi sfortunati che si susseguono mettendo i personaggi sempre più in difficoltà. Greenland è un crescendo incessante di angoscia dovuto, probabilmente, anche alla facile associazione di idee con la situazione che il mondo si trova a fronteggiare da qualche mese a questa parte. Certo nella realtà quotidiana, alla quale ci si è oramai abituati, il rischio che si corre non è quello di vedere realizzata l’eventualità di un’estinzione di massa, tuttavia l’analogia mentale che può facilmente instaurarsi tra “è solo una cometa” e “è solo un’influenza” mentre tutto si evolve, poi, nel peggiore dei modi immaginabili, non è proprio trascurabile.
Non è certamente il primo disaster movie a ruotare attorno a certe tematiche, anzi la natura stessa del genere comporta che tutto vada per il verso sempre più sbagliato e che lo spettatore provi sempre più ansietà via via che il lungometraggio volge al termine. Il fattore più traumatizzante è vedere rappresentato in un prodotto audiovisivo, frutto della fantasia, situazioni che portano a comportamenti realmente assunti dalle persone nella realtà. Tutto improvvisamente è incerto? In Italia corriamo a fare incetta di lievito e farina per panificare, fino alla fine dei giorni compatibilmente con i quantitativi spariti dai supermercati. Negli Stati Uniti si corre, invece, ad acquistare qualcosa con cui proteggersi dai malintenzionati… ci si affretta, in breve, ad acquistare armi e via di sparatorie per risolvere velocemente discussioni e situazioni ingiuste. Ecco, esattamente come è successo nel mondo reale. La differenza è che, sorprendentemente, per una volta non ci troviamo a New York dove, notoriamente nei film si verifica ogni tipo di tragedia quando si tratta degli USA, ma in Florida, nei pressi di Orlando.
Nel complesso Greenland è un prodotto valido, ma il consiglio spassionato è di guardare il film se si è realmente amanti del genere o per qualsiasi altra motivazione sicuramente altrettanto valida, ma evitarne la visione se profondamente sensibili e facilmente impressionabili perché si tratta di apocalisse e, al momento, per qualcuno è un po’ difficile averci a che fare, anche solo per due ore.
Il film è da oggi nelle sale.
non si tratta di apocalisse, ma di vera spazzatura…
siamo dannatamente lontani dai disaster cult di 10/20 anni fa.
meglio MoonFall, il che è tutto dire,
ma almeno non ricama e cazzeggia su trame familiari assurde
e fin troppo prevedibili, ma fa schiantare la luna sulla terra,
grazie !