Godzilla Minus One, la recensione del film su Netflix

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Uscito nelle sale italiane lo scorso 1° dicembre, con una distribuzione a dir poco deludente, Godzilla Minus One (trailer), l’ultimo titolo di una delle saghe più popolari del cinema del Sol Levante, è approdato da pochi giorni su Netflix, anche questa volta in sordina. Eppure, il film con il kaijū (ovvero “strana bestia” in giapponese) più celebre del Giappone non è affatto da sottovalutare, a partire dal fatto che è stato premiato all’ultima edizione degli Oscar nella categoria migliori effetti speciali, divenendo il primo film di Godzilla a ricevere questo riconoscimento (nonché anche il primo film non in lingua inglese a vincere tale statuetta).

Scritto e diretto da Yamazaki Takashi, Godzilla Minus One è il 33° titolo del franchise creato da Honda Ishirō e prodotto dalla casa Toho, che ha voluto distribuirlo nelle sale giapponesi proprio in occasione del 70° anniversario dell’uscita del primo Godzilla, nel 1954.

Yamazaki è voluto tornare alle origini, con una storia che riprende molto la semplicità dell’originale. Ci troviamo, infatti, nel 1946, al termine della Seconda Guerra Mondiale che ha visto il Giappone uscire sconfitto e profondamente danneggiato dalle due bombe atomiche. Protagonista è il pilota kamikaze Shikishima Kōichi (Kamiki Ryūnosuke), devastato dai sensi di colpa per non essere riuscito a portare a termine il suo compito: è infatti fuggito dalla sua missione suicida fingendo un’avaria all’aereo e fermandosi sull’isola di Odo. Lì farà il primo incontro con Godzilla da cui uscirà illeso ma ancor più tormentato. Con il passare degli anni il Giappone porta avanti la propria ricostruzione. Attraverso l’incontro salvifico con Noriko (Hamabe Minami) e la piccola Akiko, Kōichi è riuscito a crearsi nel corso del tempo una nuova famiglia, allargata anche dai compagni di lavoro Noda Kenji (Yoshioka Hidetaka), Akitsu Yoji (Sasaki Kuranosuke) e Mizushima Shiro (Yamada Yūki). Ma il ritorno di Godzilla romperà nuovamente gli equilibri.

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Se nel film del 2016 l’enorme creatura rappresentava una critica alla burocrazia giapponese, in questo nuovo straordinario lavoro si percepisce un ritorno del passato, con un mostro che si fa simbolo delle paure e dei sensi di colpa di una nazione che non ha ancora superato i traumi del secondo conflitto mondiale. Più volte infatti sentiamo ripetere dai protagonisti «La nostra guerra non è ancora finita», riferendosi non solo alla battaglia finale con Godzilla, ma anche a una vita segnata dal disonore di essere sopravvissuti come perdenti. Sconfiggere il mostro diventa così un atto di emancipazione necessario per riscattarsi dal passato e guardare finalmente al presente.

Ciò che colpisce di più in Godzilla Minus One, tuttavia, sono gli effetti speciali in grado di realizzare intere sequenze mozzafiato, sia in mare che sulla terraferma. Per quanto la struttura dei blockbuster con creature giganti sia spesso prevedibile e tendente alla ripetizione, in questo film Yamazaki sembra essere riuscito a trovare la formula giusta per un grande successo che tiene lo spettatore incollato alla poltrona. Un’ulteriore nota di merito va anche all’ottima caratterizzazione dei personaggi, le cui storie e personalità si incastrano perfettamente nella tensione della narrazione (grazie anche al talento del cast, tra cui bisogna menzionare la bravissima Andō Sakura, brillante anche nell’ultimo capolavoro di Kore-eda Hirokazu, Monster).

I fan della celebre saga sicuramente non si saranno fatti sfuggire quest’ultimo splendido titolo, ma per chi fosse meno avvezzo alla creatura distruttrice, recuperare Godzilla Minus One potrebbe essere il punto di partenza per appassionarsi ad un personaggio amato in tutto il mondo da più di settant’anni.

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