Uscito nel 2011 La collina dei papaveri (trailer) è il secondo film diretto da Gorō Myazaki (dopo I racconti di Terramare del 2006), figlio del celebre regista dello studio Hayao Myazaki, che ha collaborato alla sceneggiatura.
Ambientato a Yokohama, città portuale Giapponese, durante il boom economico degli anni 60. Umi è una ragazza di 16 anni, figlia di un marinaio morto durante la guerra in Corea. Ogni giorno Umi, nel giardino di casa, issa le bandiere di segnalazione marittima augurando buona navigazione alle navi, come gli aveva insegnato suo padre da piccola.Durante una protesta contro la demolizione del Quartier Latin, un vecchio palazzo in cui hanno sede i diversi club scolastici, Umi incontra Shun. I due scopriranno di essere profondamente legati.
Umi è una ragazza diligente dai forti ideali, che lavora con determinazione e precisione. Un personaggio ben valorizzato che crea empatia e ci coinvolge nella trama. Un punto di riferimento che simboleggia, come in altri film dello studio, il carattere e le virtù di un personaggio femminile degno di questi valori. Soprattutto capace di valorizzarli e di portarli a maturazione con esso, senza ostentarli.
L’amore è un tema centrale nel film, rappresentato nella leggerezza e nella profondità dei primi innamoramenti, un ossimoro che si porta con se tutta la complicata gamma di sentimenti che lo circondano. Un ambiente dal profumo primaverile ne fa una cornice perfetta, riportando nella mente dello spettatore i ricordi di quelle relazioni sfumate, che hanno il sapore della gioventù. L’amore non solo tra giovani, ma anche per la famiglia, di cui Umi cerca di prendersi cura. E per il padre che non c’è più, nella voglia di ricordarlo ogni giorno.
Il film ci insegna che l’amore non si consuma, ma ci accompagna giorno dopo giorno con mille sfumature e modi. Si manifesta in ogni nostra azione, gesto o pensiero. Fa parte della vita e, in un certo senso, la manda avanti. La collina di papaveri rappresenta un film degno di nota dello studio, che farà rifiorire con nostalgia memorie lontane, grazie alla genuinità dei protagonisti. Una storia commovente e imprevedibile, che trasporta lo spettatore fino alla fine.
Gorō riesce perfettamente a rappresentare la magia della vita reale, che è sempre più presente nei film Ghibli più recenti, con immagini poetiche che avvolgono lo spettatore, regalandogli colori ed emozioni.