Noa (Daisy Edgar-Jones) è una ragazza che spera di trovare l’amore grazie agli appuntamenti rimediati su un’app di incontri. Dopo un ennesimo fiasco, che riserva in aggiunta spregi verbali, fa la conoscenza di Steve (Sebastian Stan), un ragazzo incontrato fortuitamente in un supermercato. Tra i due nasce da subito una forte passione che porta Noa ad accettare la proposta del suo nuovo amore: passare il fine settimana in uno chalet disperso tra le montagne, lontani dal caos della metropoli. Non avendo seguito i moniti della sua amica Mollie (Jonica T. Gibbs) riguardo alla scelta troppo avventata, Noa scoprirà di aver fatto lo sbaglio più grande della sua vita.
Mimi Cave con Fresh (trailer) firma il suo esordio alla regia avventurandosi in un progetto azzardato. Il film è costruito secondo canoni non proprio originali e il rischio di far emergere déjà-vu durante la visione si riconosce. L’unione tra commedia e horror non è nuova e gli esempi abbondano: Jordan Peele lo ha fatto grandiosamente in passato con Get Out, ma il giusto bilanciamento che Fresh offre tra horror, commedia e thriller può ovviare a questa menda. Il problema si ingigantisce quando i déjà-vu paiono aumentare.
Il personaggio di Steve sembra richiamare il lontano Patrick Bateman di American Psycho e l’ipotetico tentativo di avvicinarsi al fascino e importanza dello storico personaggio Hannibal Lecter di Hopkins sembra ben lontano dal realizzarsi. D’altro canto, la figura di Steve è rilevante perché offre una riflessione su come le più efferate azioni umane siano vicine a tutti, nella società e quotidianità, mascherate in qualsiasi modo. Probabilmente anche su questo aspetto l’analogia con Il silenzio degli innocenti si fa più evidente.
Si assiste al male che non ha un’origine monocentrica, ma la si percepisce ovunque. Difatti si dubita che le azioni esecrabili siano riconducibili ad un unico individuo perché la protagonista passa momenti di forte disagio già all’inizio della visione. Il film esemplifica chiaramente attraverso le app di incontri ciò che possono subire tutti, specialmente le donne. Fresh ci immerge in un’ambiente dall’intensificata dipendenza tecnologica, ma che può rivelarsi talvolta salvifica.
Una scelta di grande effetto da menzionare è la decisione di dare avvio ai titoli di testa dopo ben mezz’ora di visione, alla fine del primo atto del film, in un momento di incredulità collettiva. Un evento non del tutto nuovo, ma non per questo un difetto, al quale abbiamo assistito col recente Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi. Fresh sicuramente non è un risultato “fresco” come da titolo, ma le interpretazioni e la regista, che attua scelte coraggiose, a volte non per stomaci sensibili, offrono un’opera appetibile, esilarante e degna di essere visionata.
Fresh è disponibile su Disney+.