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«Sembra persa, ma è solo che non vuole essere trovata».7 febbraio 2025, il Cinema Barberini di Roma ospita le “menti” creative e interpretative di FolleMente (trailer), il nuovo film di Paolo Genovese; la platea ricca di critici divertiti e commossi permette di affermare come la proiezione stampa abbia ricevuto un notevole successo, gradimento che verte su alcuni pilastri caratterizzanti del film, osserviamoli.
Il cast è costituito dall’eccellenza cinematografica italiana con Pilar Fogliati, Edoardo Leo, Marco Giallini, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Maria Chiara Giannetta, Claudio Santamaria, Maurizio Lastrico e Rocco Papaleo, qui vengono a crearsi due squadre: Lara, interpretata da Pilar Fogliati, deve gestire il folle condominio che vive nella sua mente, abitato da donne ed emozioni molto diverse tra loro mentre Piero, il personaggio di Edoardo Leo, deve dividersi tra gli uomini e le sensazioni che albergano se stesso. Il tutto sembra già molto complesso di per sé, ma il regista sceglie di porre i suoi characters davanti ad una difficoltà maggiore: il loro caos mentale ed emotivo è destinato ad incontrarsi ad un primo appuntamento.
Il concept e il soggetto, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non hanno alcun legame con il film d’animazione Pixar Inside Out , incentrato sulle emozioni presenti nella mente della protagonista: Paolo Genovese racconta di aver lavorato nel 1999 ad uno spot televisivo basato su un soggetto pluriabitato, progetto che portò il regista a riflettere sulle varie personalità esistenti in ogni abbonato Rai. Successivamente, il regista ha individuato una corretta evoluzione della storia, proseguendo con la stesura della sceneggiatura insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi; Genovese, ironicamente e non, parla della corrispondenza esistente tra il concetto del film e il ruolo stesso dello sceneggiatore, il quale si ritrova a navigare tra le tante e differenti idee narrative che viaggiano dentro di sé. L’attenzione cade anche sul lavoro svolto da Consuelo Catucci al montaggio, l’alternarsi delle immagini ambientate nella mente dei due protagonisti è estremamente fluido e coinvolgente.
La commedia di situazione è molto più complessa di quella costituita da battute, come ha affermato il regista di FolleMente: la difficoltà nell’ideare e costruire una circostanza che provochi il riso nello spettatore è più elevata rispetto alla scrittura di una battuta che sicuramente regalerà un sorriso, soprattutto in quanto l’umorismo di ogni persona è diverso. Proprio per tale motivo il pubblico può divertirsi più in alcuni punti e meno in altri.
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Uno degli elementi fondamentali nella scrittura di una storia riguarda la corretta caratterizzazione dei personaggi: il coinvolgimento del pubblico coincide con il poter distinguere in maniera netta ogni personalità presente all’interno di una narrazione, in modo tale da creare un valido processo empatico. Nel film di Genovese, questo lavoro viene svolto in maniera magistrale, costruendo emozioni ben distinte: Claudia Pandolfi interpreta Alfa, leader e guida della squadra al femminile che governa la mente della protagonista, la Trilli di Emanuela Fanelli si diverte nella sua spontaneità, Maria Chiara Giannetta entra molto bene nel ruolo della sua istintiva Scheggia mentre Vittoria Puccini crea una dolce Giulietta che nel suo delicato romanticismo inserisce, altresì, una grande determinazione. Nella mente del protagonista, invece, Maurizio Lastrico porta in scena un sensibile e sentimentale Romeo, Marco Giallini veste i panni di un professore, Claudio Santamaria si immerge nel sensuale ed irrefrenabile Eros mentre Rocco Papaleo interpreta un uomo in bilico.
L’ipotetico futuro successo del film è dovuto sicuramente ad un punto di vista narrativo ed interpretativo, ma la colonna portante dell’eccellente risultato riguarda la componente emotiva: l’equilibrio perfetto tra il divertimento e l’introspezione regala al pubblico un intenso alternarsi di emozioni, prendendo la mano dello spettatore e accompagnandolo in un viaggio introspettivo che permette di riflettere su quanto tutti, donne e uomini, siano un’identica cosa: esseri umani. Pilar Fogliati parla di come la misteriosità di entrambi i sessi sia esattamente quell’elemento destinato a creare un’eterna attrazione tra di essi.
Siamo ricchi di paranoie, di decisioni sbagliate, giuste, siamo fatti di istinto, di eccessiva riflessione ed è per questo motivo che l’atto finale del film mostra l’incontro tra le emozioni stesse, ognuna di loro con la paura di calare le proprie difese, arrivando al grande problema dell’essere umano: mostrarsi vulnerabile. Rivelare la propria reale essenza può spaventare, può non valerne la pena, ma in alcuni casi, mette un punto al costante flusso di pensieri che opprime la nostra mente. Gli ultimi momenti della storia sembrano urlare quanto sia importante e terapeutico esprimere ciò che desideri davvero, forse semplicemente che qualcuno resti accanto a te.
In sala dal 20 febbraio.