Film da vedere in estate: i consigli della redazione

articolo collettivo estate

Siamo nel pieno dell’estate, il caldo è il protagonista principale delle nostre giornate. Quale miglior modo di affrontarlo se non quello di guardare un bel film? Veniamo in vostro soccorso! Abbiamo raccolto una serie di film, dai generi più disparati, che incontrano i nostri gusti e preferenze, perfetti da guardare in estate.

MR. BEAN’S HOLIDAY (2007; Steve Bendelack)

MR. BEAN'S HOLIDAY, LA RECENSIONE

Quali sono le caratteristiche di un buon film “estivo”? Una vacanza improbabile? Protagonisti intenti a fare nuove esperienze? A provare cibi esotici? O a mettersi nei guai perché non capiscono la lingua del posto? Mr. Bean’s Holiday (trailer) è un esempio da manuale di “non giudicare un film dalla copertina”. Chi si aspetterebbe che un film dal titolo così blando possa nascondere quanto appena citato e molto di più? Il personaggio creato da Rowan Atkinson risulta, dopo tanti anni, ancora incredibilmente fresco e interessante. Infantile, vendicativo… eppure anche capace di suscitare un’empatia con lo spettatore tale da farsi perdonare quasi tutto. Un film intriso di una rara spensieratezza e di un senso di genuino divertimento che è diventato ai nostri giorni davvero raro da trovare. Senza contare che tale film, diretto dal britannico Steve Bendelack, compie una scelta a monte che non si può che lodare. La quasi totale assenza della lingua inglese. L’intero film è infatti perfettamente fruibile e comprensibile in qualunque lingua lo si ascolti. Questo grazie ad un sapiente uso della fotografia e dei colori, oltre che alle doti incredibili di Atkinson come attore “fisico”. Un vero gioiello che dovrebbe essere visto da tutti, grandi e piccini.

Di Federico Sagheddu.

MIDSOMMAR (2019; Ari Aster)

Midsommar, la recensione

È estate. Fa caldo. Il sole cocente batte sull’asfalto che si deforma all’incalzare dei passi decisi di chi ha fretta di togliersi gli infradito e immergersi in fresche acque, chi al mare, chi in piscina e chi al lago. Per quanto rispettabile che sia quest’ultima è decisamente la scelta meno convenzionale, se non per chi abita la montagna o chi il mare lo vede col binocolo. Ebbene, i protagonisti di Midsommar (trailer) non necessitano né di mare né di lago e decidono di seguire un loro amico in una zona desolata della Svezia, dove parteciperanno a un grottesco e orrorifico festival folkloristico. Il film verte sulla relazione tra Dani e Christian, una coppia in crisi che troverà nello sviluppo del festival la risoluzione alla loro precaria condizione. Una soluzione che però non sfugge alle (il)logiche fantasie del regista Ari Arster: sostanze allucinogene, balli, sacrifici, tinte splatter, ma quello che colpisce di più è che tutto, o quasi, si svolge alla luce del giorno. Sono sovraesposti i meccanismi dell’horror e annullata la suspence in favore di un’allucinata consapevolezza della realtà che alcuni, come Christian, guardano con l’occhio dell’antropologo, e altri, come Dani, ne sono profondamente turbati. Le immagini del film inoltre dialogano apertamente con lo spettatore anticipando ciò che di quanto più brutale avverrà, quasi volendo avvertirlo per attutire meglio il colpo delle spietatezze messe in scena. Forse, più che delle avvertenze, il film con l’ironia che lo contraddistingue, avrebbe dovuto suggerire già dall’inizio: Andate al mare.

Di Riccardo Frascarelli.

STAND BY ME (1986; Rob Reiner)

stand by me, la recensione

L’estate è, quasi sempre, teatro delle avventure più straordinarie. Una delle più avvincenti è sicuramente quella che lega i destini di quattro ragazzini, appena dodicenni, e del loro viaggio verso la conquista di una tanto desiderata quanto insperata maturità. Stand by me (trailer), infatti, non è solo la storia di una folle e casuale peripezia, ma anche la perfetta rappresentazione di quel sentimento di rivalsa insito soprattutto nei ragazzi più piccoli, smaniosi di vendicarsi delle prese in giro dei grandi. Partire alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo rappresenta, infatti, il campo di prova definitivo per dimostrare di essere cresciuti. Ma diventare adulti non è un gioco da ragazzi e, inizialmente, Gordie, Chris, Teddy e Vern non lo avevano tenuto in considerazione, immischiandosi in una situazione decisamente più grande di loro. Ma è la loro unione e determinazione la chiave per superare ogni prova, persino la più ardua. Lo spirito di sacrificio, infine, sancirà la loro crescita e li porterà a fare la scelta giusta: chiamare la polizia.

Di Leone Bulgari.

L’ESTATE DI GIACOMO (2011; Alessandro Comodin)

l'estate di Giacomo

L’estate di Giacomo (trailer) è un film che si distingue per la sua poetica naturalezza e per l’abilità del regista Alessandro Comodin di catturare l’essenza dell’adolescenza senza cadere nei cliché. Seguendo il diciottenne Giacomo in un lunghissimo pomeriggio passato con la sua amica Stefania lungo le rive del fiume Tagliamento, la storia esplora il passaggio dall’adolescenza all’età adulta attraverso la lente di un’estate languida e carica di scoperte. Il film si muove con un ritmo contemplativo, quasi sospeso nel tempo, che riflette il lento fluire della vita estiva. Comodin sceglie di affidarsi ad una narrazione visiva, lasciando che siano i paesaggi, i gesti, gli sguardi a raccontare la storia. La scelta di un approccio documentaristico, con una macchina da presa spesso molto vicina ai protagonisti, conferisce al film una dimensione intima e autentica, che permette allo spettatore di entrare completamente nel mondo di Giacomo. L’estate di Giacomo è un’esperienza cinematografica che richiede pazienza e sensibilità, ma che ricompensa con una rappresentazione sincera e toccante della giovinezza e delle sue incognite.

Di Beatrice Grandinetti.

Y TU MAMÁ TAMBIÉN (2001; Alfonso Cuarón)

Y TU MAMA TAMBIEN, LA RECENSIONE

Tutto in Y tu mamá también (trailer) sa di estate. L’atmosfera calda messicana permea ogni inquadratura della fortunata pellicola di Alfonso Cuarón, che gli è valsa il successo internazionale. Seguendo le vicende di Tenoch (Diego Luna) e Julio (Gael García Bernal) si torna in quel periodo di spensieratezza massima che è l’adolescenza, dove gli scherzi e le risate inframezzano i momenti più delicati della scoperta di sé. È ciò che succede anche a Luisa (Maribel Verdú), donna più grande di loro ma in preda ad una crisi coniugale che la porterà a cedere alle lusinghe dei due ragazzi appena conosciuti e a partire insieme per un viaggio verso la spiaggia di Boca del Cielo. L’opera di Cuarón è un perfetto coming of age intriso di sensualità, dove i due protagonisti arrivano a scontrarsi con la maturità dell’età adulta, fino a quel momento sempre nascosta sotto un tappeto fatto di incoscienza e irresponsabilità al quale erano stati abituati. E noi, guardandoli, non possiamo fare a meno che crescere insieme a loro, affezionandoci all’amicizia genuina che condividono.

Di Giulia Mazzoneschi.

LA BELLA ESTATE (2023; Laura Luchetti)

La bella estate, la recensione

“A quei tempi era sempre festa”, così Cesare Pavese apre La bella estate, breve romanzo del 1949. Laura Luchetti, con La bella estate (trailer), dipinge con leggere pennellate il viaggio della sedicenne Ginia (Yile Yara Vianello) alla scoperta di sé e delle diverse sfumature che l’amore può avere. Guarda il mondo tramite le lenti dell’arte, fragile, precaria, in costante evoluzione, guidata da Amelia (Deva Cassel), dal fratello Severino (Nicolas Maupas) e dagli incontri fortuiti. Sullo sfondo, una Torino cristallizzata in una bellezza senza tempo, come un quadro immobile. Perchè l’estate è anche questo: tra un momento di spensieratezza e un altro, al ritorno ci si accorge di essere diventati adulti.

Di Martina Belluscio.

BEFORE SUNRISE (1995; Richard Linklater)

before sunrise, recensione

La stagione estiva trasmette sempre quell’inimitabile sensazione di fugacità. Dura troppo poco, ogni anno. La sua natura aleatoria e passeggera è insopportabile. E lo è ancora di più se d’estate si vivono dei momenti indimenticabili, trasformati subito in ricordi da questo periodo così breve e odioso. Before Sunrise (trailer) coglie tutto questo e lo ribalta: il senso di urgenza opprimente per il poco tempo a disposizione sparisce e lascia il posto a una vivacità unica. Richard Linklater e Kim Krizan racchiudono in una notte un carpe diem sereno, giovanile, pieno di energia. Come Jesse (Ethan Hawke) e Céline (Julie Delpy), consapevoli del tempo limitato che hanno e, proprio per questo, intenzionati a non sprecarne neanche un secondo. Perciò iniziano a parlare, raccontarsi, esprimersi, in una relazione lunga una notte. Vivono la loro storia d’amore senza pensare al futuro, anche se sanno che prima dell’alba finirà. Come l’estate: si sa che finirà a settembre, ma non per questo non va vissuta.

Di Paolo Moscatelli.

ACCIAIO (2012; Stefano Mordini)

acciaio

L’estate di Acciaio (trailer) è rovente, polverosa; i protagonisti sono il caldo, il mare, e l’acciaieria di Piombino che non può mai smettere di lavorare, che non può fermarsi mai. È in questo scenario che le due protagoniste, Anna (Matilde Giannini) e Francesca (Anna Bellezza), si ritrovano a sperimentare la loro turbolenta adolescenza. Una giovinezza che sboccia, fatta di corpi che cambiano, sperimentazioni sessuali e quel senso di invincibilità classico di chi non ha niente da perdere. Eppure, le nostre protagoniste, nel corso della storia, si ritrovano a perdere molto. La perdita maggiore forse è proprio quel senso di leggerezza che costellava le loro giornate, la leggerezza di un bagno al mare, la leggerezza di pensare che si possa essere chiunque si voglia. Ma la realtà industriale di Piombino che Acciaio descrive con estrema lucidità è ben diversa, è una realtà che porta a chiederti “perché il futuro deve essere sempre altrove?”.

Di Francesca Nobili.

È STATA LA MANO DI DIO (2021; Paolo Sorrentino)

è stata la mano di dio, la recensione

Sorrentino omaggia la sua Napoli estiva in un film autobiografico: É stata la mano di Dio (trailer). É la Napoli degli anni 80’: il mare, il Vesuvio, i colori, musiche e divertimento. Il protagonista è Fabietto (alter ego di Sorrentino) che racconta la sua storia, ci presenta nel dettaglio ogni componente della sua famiglia. Questi vengono contrapposti ad altri personaggi pittoreschi e tradizionali partenopei. Il protagonista viene stravolto dalla disgrazia, perdendo entrambi i genitori. É così costretto ad accettare una diversa realtà, più cruda e cupa, fatta di sciagure. In una versione quasi totalmente felliniana, Sorrentino introduce figure bizzarre e rappresenta al massimo sé stesso, offrendoci una versione ormai stereotipata della città partenopea. Dalla zia bella da impazzire, da un piccolo delinquente che forse é l’unico amico, da un fratello troppo debole per divenire un uomo e sopratutto da Maradona, che forse incarna il vero e unico Dio. Il passaggio di Fabietto da giovane a uomo avviene proprio nell’ultima decisione che prende: diventare un regista, partire per inseguire i suoi sogni

Di Alessandra Merola.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.