Se c’è un cinema che più di altri ha imparato dal cinema stesso è proprio quello di Hong Kong. Un piccolo territorio che con pochi mezzi e grande fatasia ha prodotto film unici nel loro genere e superiori ai mezzi che ha sempre avuto a disposizione. Le storie di ganster del cinema hongkonghese derivano per ammissione degli stessi padri dal cinema polar francese di Jean Pierre Melville, dallo yakuza movie di Fukasaku Kinji, dal western di Sam Peckinpah nonchè dalle storie di emarginazione e alienazione del ghetto di Little Italy narrate da Martin Scorsese.
Il cineasta John Woo nel suo flusso di film immortali realizzati ad Hong Kong fra il 1986 ed il 1989 unì opere ipotestuali come Simphaty for The Underdog con The Wild Bunch, passando per Taxi Driver e perfino The Deer Hunter di Michael Cimino. La forza visiva e narrativa dei suoi gangster movie sarà così imponente nei festival occidentali da influenzare cineasti francesi come Luc Besson, che unirà sfrontatamente Truffaut a John Woo in film come Nikita e Leon o Christophe Gans e perfino Olivier Assayas.
Nel 1986 John Woo cambiò per sempre il modo di fare cinema ad Hong Kong con il lungometraggio A Better Tomorrow, se l’aspetto estetico dei membri della triade ricorda i protagonisti yakuza di Simpathy For The Underdog, le scene d’azione rallentate tradiscono il loro legame con The Wild Bunch, i legami affettivi tra i personaggi ed i codici d’onore che li sigillano ci portano fino a Le samurai o Le cercle rouge, passando per Mean Streets e i film chambara di Kurosawa Akira. Nel film di John Woo ci sono tutti gli elementi seminali che formeranno il filone dei ganster movie di Hong Kong dal 1986 ad oggi, primo fra tutti il tema del fratello contro il fratello (che sia di sangue o d’onore) sintetizzato nel film da un fratello poliziotto contro un fratello criminale e che tornerà nei seguenti film della serie A Better Tomorrow e nel cult assoluto The Killer. Quentin Tarantino riconoscerà l’influenza del lavoro di John Woo e del cinema gangster di Hong Kong in generale proprio all’inizio della sua carriera inserendo nella sceneggiatura del film True Romance scene dai film di A Better Tomorrow mostrate attraverso i televisori e riproducendo le caratteristiche estetiche della pellicola (quindi anche di Simpathy for The Underdog) nel suo film Resevoir Dogs la cui sceneggiatura è quasi totalmente tratta da quella del gangster cult di Hong Kong diretto da Ringo Lam City on Fire.
Il film seminale A Better Tomorrow avrebbe avuto due seguiti ed una serie televisiva derivativa ma sarebbe più volte tornato attraverso altri film speculari al lungometraggio di John Woo fino a contaminare in modo definitivo le altre cinematografie con un remake sudcoreano nel 2012 ed un remake cinese nel 2018.
Anche un vero e proprio autore nel senso europeo come Wong Kar-Wai sceglierà il gangster movie per il suo esordio cinematografico. Naturalmente il rapporto con i generi canonici di Hong Kong è sempre stato complesso e tormentato per il primo autore europeo cantonese, ogni suo film dell’epoca tardo coloniale britannica (quindi fino al 1997) partiva da una base di cinema di genere classico allontanandosene però molto rapidamente a favore del melò e del dramma esistenziale. Se leggendo superficialmente le trame possiamo riconoscere i suoi film As Tears Go By e Days of Being Wild nel filone delle gangster story ci basterà vederli nella loro interezza (anche i trailer infatti tradiscono le opere reali) per capire che il cinema di Martin Scorsese da cui derivano e la natura poliziesca dei personaggi è solo una base iniziale per un percorso che spinge l’autore più verso la sperimentalità tipica della nouvelle vague.
La chiusura del cerchio tra la Francia ed Hong Kong può essere identificata attraverso il lavoro del prolifico regista Johnnie To che in particolare con i suoi polizieschi crepuscolari volge il suo sguardo al cinema polar francese. Se PTU si rivela più vicino alla nuovelle vague ed al new cinema, il suo scintillante Exiled trova fortissimi legami con Melville e Peckinpah e perfino con Sergio Leone. Ma il cerchio rosso fra le due nazioni si chiude con il coraggioso Vendicami che, avvalendosi della star francese Johnny Hallyday nella parte di Costello (lo stesso nome del protagonista del polar Le samurai), completa il percorso ed apre le porte a nuove contaminazioni internazionali.
Nel 2002 i registi Andrew Lau ed Alan Mak, ereditando la scuola del filone, realizzeranno il successo internazionale Infernal Affairs che farà da capostipite ad una trilogia fortunatissima che verrà comprata da Martin Scorsese per farne il famoso gangster movie The Departed. Il cerchio con i film di Scorsese si chiude dunque con l’ispiratore che si ispira all’ultimo successo del filone che lui stesso ha contribuito a creare e con la produzione da parte dell’autore italoamericano del film Revenge of The Green Dragon diretto dai due talenti di Hong Kong ed ambientato a Chinatown che ratifica e formalizza l’importanza di questo flusso di opere per il cinema di genere occidentale. Nel film Infernal Affairs si rinnova la formula del fratello contro fratello, complicando ulteriormente la trama, collocando un personaggio come membro della triade infiltrato nella polizia ed il secondo come poliziotto infiltrato nella triade, nessuno tranne i loro rispettivi capi conosce la verità.
Al 22° Far East Film Festival la rappresentanza di produzioni di Hong Kong è alta come sempre, fra i titoli più contestuali per il nostro approfondimento vanno segnalati The White Storm 2 – Drug Lords di Herman Yau con un incasso attuale di 191 milioni di dollari e Line Walker 2 – Invisible Spy di Jazz Boone con un incasso di quasi 86 milioni di dollari. La cosa più curiosa che accomuna queste due super produzioni di Hong Kong è che entrambe fanno uso delle stesse star e regista dei loro rispettivi primi capitoli cambiando in entrambi i casi i personaggi e cancellando ogni collegamento con i film precedenti, si tratta insomma di una serie cinematografica antologica dove restano gli artisti extradiegetici ed i temi dominanti ma dove per ogni capitolo si cambiano storia e personaggi.
Nel film The White Storm 2 Yu Shun-tin e Dizang sono fratelli di gang, ma anche la vita dei malavitosi è soggetta a cambiamenti repentini e stravolgimenti ed i due fratelli sono ormai uno contro l’altro nel bel mezzo di una spaventosa faida fra narcotrafficanti. Yu Shun-tin è ormai un importante impreditore di Hong Kong mentre Dizang è rimasto nel giro del crimine crescendo vistosamente. Yu Shun-tin perde suo figlio a causa di un overdose e decide di diventare un vendicatore, inevitabilmente i due fratelli si ritroveranno con pistole alla mano. Contrariamente a quanto indicato nel titolo il film non è in maniera alcuna il seguito del primo White storm, ritorna solamente il protagonista carismatico Louis Koo ma in un personaggio del tutto diverso. Il film gioca tutto sulla forza dei divi locali, sulle suggestive location notturne e sull’estetica irridescente della città di Hong Kong che qui si rivela più suggestiva e seduttiva che mai. Un racconto morale in salsa ganster confezionato con grande classe e professionalità.
Line Walker 2 è invece un blasonato action movie made in Hong Kong a firma della gloriosa casa Shaw Brothers, ottima confezione, scene d’azione ad alta densità e location suggestive non fanno però dimenticare una sceneggiatura un pò stereotipata e qualche buco narrativo. Sebbene si tratti di una spy story e non di un gangster movie la trama è talmente adesiva allo schema dei film citati in questo articolo che lo spettatore fa immensa fatica a ricordarsi che si tratta di spie buone contro spie cattive e non di guardie contro gangster. Il film è sicuramente godibile e trascinante ma i personaggi avrebbero bisogno di più spessore e motivazioni per le loro azioni. Una produzione di alto livello che rischia però di restare rinchiusa nel suo mondo senza opportunità di uscire dalla nicchia dei fan di Hong Kong, un film ricco di citazioni che vanno dai maestri di Hong Kong a quelli di Hollywood passando per prodotti blockbuster come Fast&Furious o xXx. Fa sempre piacere ritrovare vecchie glorie dell’industria hongkoghese ma la qualità dei reparti ed il carisma degli attori non basta per lasciare un segno indelebile nello spettatore.