Arriva alla 24esima edizione del Far East Film Festival il capolavoro di Shinoda Masahiro realizzato nel 1964 e restaurato nel 2022, un film che trae molti insegnamenti dal cinema d’autore europeo degli anni ’50 e ’60 e che ne influenza l’immaginario di conseguenza. Shinoda è certamente uno dei nomi più interessanti e poco conosciuti del panorama cinematografico giapponese degli anni ’60: i suoi film si contraddistinguno per l’accuratezza della composizione visiva, l’innovazione del linguaggio che impara dalla nuovelle vague e che la rielabora condizionando il costume giapponese del suo tempo. Le sue storie d’amore prendono spunto dai generi cinematografici di maggiore respiro commerciale giapponese degli anni 60 applicandovi però le innovazioni tipiche del tempo di registi quali Alain Resnais, Jean Luc Goddard e Michelangelo Antonioni.
Il film Pale Flower prende principlamente ispiazione dai capolavori Hiroshima mon amour, il cui legame è esplicitato nelle scene introduttive del film, e L’eclisse , dal quale trae ispirazione per gli ambienti e la relazione sentimentale fra i protagonisti, ma ne colloca le regole narrative ed estetiche nell’ambito delle storie di yakuza e di gioco d’azzardo.
La storia d’amore rarefatta fra uno yakuza appena uscito di prigione ed una ragazza misteriosa e facoltosa con il debole per il gioco d’azzardo ed il mondo criminale si trasforma quindi in un suggestivo noir orientale che trascende la sua natura per sfociare nel cinema sperimentale e d’autore all’europea. Le ambientazioni ridotte all’essenziale confliggono con la potenza e la ricchezza dei rimandi visivi al cinema europeo ed i personaggi sono eloquenti solo quando si tratta di parlare di crimini e omicidi e diventano silenziosi come in un film di Antonioni quando devono confrontarsi con i loro sentimenti e le regole dell’attrazione.
Alcune fra le scene più belle del film sono dedicate alla ritualità tutta giapponese dei giochi d’azzardo locali, con regole e principi comportamentali del tutto diversi dai nostri e molto sofisticati e compless. La stessa modalità di gioco e la tensione che deriva sono sufficienti per creare scene avvincenti e di una potente sensualità che vengono esaltate dai chiaroscuri in bianco e nero generati con eccellenza dal direttore della fotografia Kosugi Masao.
Il film si mostra inoltre molto innovativo nella descrizione del personaggio femminile di Saeko, interpretata da una enigmatica Kaga Mariko, che sfida la società misogina del mondo yakuza mostrandosi all’altezza del pericolo e del cinismo del mondo maschile in cui irrompe. Si tratta di una ragazza dalle origini misteriose, molto ricca e dai modi occidentali che guida da se la sua automobile e veste secondo le mode italiane e francesi diventando oggetto dello sguardo maschile ma sfruttandolo e denigrandolo se necessario per i suoi fini. Il protagonista maschile è invece il popolare attore di polizieschi Ikebe Ryô, protagonista di 164 film tra fantascienza, azione e polizieschi, e che già ai tempi del film beneficiava di una notevole popolarità.
Pale Flower è una gradevolissima riscoperta che merita una visione sia perchè come film di genere funziona ancora perfettamente sia perchè comparandolo al cinema occidentale degli stessi anni si mostra capace di ereditare e rinnovare i principi del cinema d’autore europeo.