Siamo in piena pandemia e dappertutto, dalla carta stampata al magico mondo del web, gli aggiornamenti sul Coronavirus sono continui. In un contesto simile, in cui i comunicati improvvisi del Presidente del Consiglio potrebbero essere sempre dietro l’angolo e in cui angoscia e insicurezza continuano a prevalere, diverse sono state le iniziative portate avanti dal mondo dello spettacolo, della musica e della cultura per provare a distrarci.
Come è ben noto, anche la normale programmazione televisiva ha subito uno stravolgimento che ha visto il dilagare su tutte le reti dei programmi di informazione in qualsiasi fascia oraria. Il compito di evadere, però, è stato affidato alle prime serate delle principali emittenti che stanno alternando programmi d’intrattenimento, film o serie.
È questo il caso di Doc – Nelle tue mani, il nuovo medical drama di Rai Uno, un progetto che già dopo la prima puntata ha colpito 7 milioni di telespettatori registrando il 26% di share contro il 16% di Quo Vado su Canale 5. Il trend altissimo si è mantenuto anche per la seconda puntata con 8 milioni di telespettatori e il 29% di share contro l’11% de I pirati dei Caraibi su Canale 5 ed infine anche per la terza puntata con quasi il 31% di share contro il 10% de La maledizione del forziere fantasma. Per non parlare poi della puntata quarta puntata che con il 31,4 % chiude la prima parte della serie: a causa del Covid-19, infatti, la produzione si è bloccata poco prima di finire le riprese posticipando così all’autunno la messa in onda delle altre quattro puntate.
Doc-Nelle tue mani è un prodotto ben scritto che rielabora in maniera accurata la storia vera da cui è tratto (quella del dottor Pierdante Piccioni raccontata nella biografia Meno dodici) e poi, altro motivo che giustifica le cifre da capogiro, è composto da un cast di prima qualità a partire dal dottor Andrea Fanti interpretato da Luca Argentero. Spiccano poi i nomi di Gianmarco Saurino, famoso in altre serie come Che Dio ci aiuti o Non dirlo al mio capo, Sara Lazzaro, presente anche nel cast di diversi film tra cui 18 Regali e di serie tra cui The Young Pope e Braccialetti Rossi, Matilde Gioli, Giovanni Scifoni, Silvia Mazzieri, Alberto Malanchino, Simona Tabasco, Raffaele Esposito, Beatrice Grannò, Elisa di Eusanio e Pierpaolo Spollon protagonista anche di un altro medical di successo di Rai Uno L’allieva.
Nella serie di Jan Maria Michelini e Ciro Visco si fondono una storia vera, una storia d’amore (o forse più storie) e intrighi da risolvere in un ambiente, come quello dell’ospedale, dove si alternano gioie e dolori. Oltre alla brillantezza del prodotto anche una controprogrammazione quasi assente risulta un fattore importante ma non determinante per la riuscita delle puntate: Doc avrebbe comunque vinto o se la sarebbe giocata ad armi pari con qualsiasi colosso avversario.
Questo lo dimostra la reazione del pubblico sulle pagine social degli attori e della serie. In moltissimi, infatti, sono dispiaciuti all’idea di non vedere una quinta puntata, un segnale importante per capire che si può nuovamente puntare su un genere molto spesso ostico come quello del medical drama. Altri format precedenti, come ad esempio il revival de La Dottoressa Giò (Canale 5) o le tre stagioni de I braccialetti rossi (Rai Uno), non hanno riscontrato un apprezzamento da parte del pubblico ma l’Ammiraglia non vuole deludere i suoi telespettatori quindi dopo questa prima parte di Doc – Nelle tue mani, da domenica 19 aprile sono ripartite le repliche della seconda stagione de L’allieva.
La serie di Fabrizio Costa, tratta dai romanzi di Alessia Gazzola, ha appassionato fin dalla prima stagione gli spettatori che adesso aspettano con ansia di vedere l’annunciata terza stagione le cui riprese però sono state a costrette a fermarsi. Anche L’allieva, che vede protagonisti Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, non è il solito medical drama ma una serie in cui si uniscono anche storie d’amore e caratteristiche del genere poliziesco. I dati del lunedì ci permetteranno di capire se sarà riuscita a battere Live – Non è la D’Urso ma, al di là della “lotta all’ultimo punto”, con un prodotto così ben costruito, la Rai si difende egregiamente e non rischia di rimanere allo scoperto.
In conclusione, la scelta di proporre in questo momento dei medical drama è sicuramente una forma di sostegno a tutti quei medici, infermieri, volontari e operatori sanitari che stanno lottando contro questo terribile nemico invisibile. “Qui si prova ad essere una squadra che poi più o meno è la stessa cosa che essere una famiglia”: è questa la frase del dottor Fanti che adesso più che mai dobbiamo tenere a mente: restando a casa e rispettando le regole non vanificheremo il lavoro di questi supereroi quotidiani che ci aiutano a vedere la luce in fondo a questo tunnel. Insieme, lo supereremo e ne usciremo più forti di prima.