#Venezia81: Disclaimer, la recensione della miniserie di Alfonso Cuarón

Disclaimer, la recensione della miniserie di Alfonso Cuarón

«Occhio alla narrazione e alla forma! Il loro potere può avvicinarci alla verità, ma sono anche una forte arma di manipolazione che può renderci complici.» Con queste parole si apre il discorso con cui viene premiata Catherine Ravenscroft (Cate Blanchett) per il suo lavoro di rispettabile giornalista e documentarista. Una donna, Catherine, che negli anni si è guadagnata una solida reputazione di “faro della verità” per la sua abilità nel raccontare storie. O meglio, costruirle, perché per quanto una storia possa apparentemente corrispondere a realtà è pur sempre la visione di un narratore che, come un rapsodo dell’Antica Grecia, si è preoccupato di tessere una versione dei fatti che ricostruisca la verità secondo i propri scopi.

E Alfonso Cuarón invita costantemente i suoi spettatori a guardarsi dalla narrazione e dalla forma con cui disvelerà la storia dei suoi personaggi. Disclaimer (trailer), miniserie presentata Fuori Concorso all’81esima Mostra d’Arte Cinematografica, a cui il regista messicano è ormai affezionato, si svela attraverso più fili narrativi e punti di vista che si intrecciano e si rincorrono per tutti i sette episodi.

La vita apparentemente perfetta di Catherine Ravenscroft, fatta di prestigiosi vini francesi e sogliole alla mugnaia gustati in compagnia di suo marito (Sacha Baron Cohen), rischia di andare in mille pezzi quando le viene recapitato un libro di cui è protagonista e che potrebbe svelare oscuri segreti su di lei. Il passato che bussa alla sua porta, con le sembianze di Stephen Brigstocke (Kevin Kline), un misterioso insegnante avanti con gli anni risvegliato dal torpore in cui da tempo imperversava, e che ora giunge a chiedere la resa dei conti. Galeotto fu un viaggio in Italia, durante il quale Jonathan (Louis Partridge), il figlio di Brigstocke, conobbe Catherine, per poi morire in un tragico incidente. Una storia, dunque, esasperatamente ricostruita attraverso voice over, fotografie, flashback ed ellissi: una visione pur sempre parziale della verità, e da cui il regista e sceneggiatore invita a prendere le distanze perché, come diceva William Makepeace Thackeray nel suo La fiera della vanità, quello che è non è quello che sembra.

La forza di Disclaimer risiede nel dare una ricostruzione di una realtà non necessariamente vera, mettendo in luce le sue crepe e dimostrando come sia facile alterare e distorcere la realtà dei fatti, pur di tenerli insieme in una versione quantomeno verosimile. E lo fa con una scrittura a tratti estenuante per quanto meticolosa e che prende i suoi tempi. Una messa in scena della manipolazione e della potenza immaginativa di cui si avvale la narrazione che non avrebbe avuto esiti altrettanto riusciti se non fosse stato per un cast d’eccezione, in cui primeggiano tra tutti Blanchett e Kline, che ci regalano due delle performance migliori degli ultimi anni.

La miniserie, distribuita da Apple TV+, vi aspetta dall’11 ottobre.

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