Nonostante le numerose rappresentazioni che si sono susseguite nel corso del tempo, notizia di questi giorni è lo stop alla lavorazione cinematografica del live action di Robin Hood, il film diretto da Wolfagang Reitherman del 1973. Il film di animazione della Disney è disponibile in streaming su Disney+, così come alcune delle versioni “in carne ed ossa” della leggenda sono disponibili sulle altre piattaforme di streaming (Amazon Prime).
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito la leggendaria storia del ladro che rubava ai ricchi per donare ai poveri in quanto numerose sono state le versioni che dall’oralità e dalla letteratura sono poi diventate pellicole. Ma la versione della Disney si distingue dalle altre e, con buona probabilità, ciò verrà evidenziato anche dalla sua personale versione live. Al di là di quelle che sono le rappresentazioni animalesche dei personaggi infatti, essendo un film del 1973, presenta notevoli diversità che saltano immediatamente all’occhio se messe a confronto con rappresentazioni più recenti.
L’avventura del nostro protagonista e della sua allegra compagnia inizia immersa nella foresta di Sherwood. Cantagallo, il menestrello della nostra storia, ci introduce cantando le gesta che il nostro Hood compirà di lì a breve. “Robin Hood e Little John van per la foresta” felici delle loro gesta, pronti ad entrare in azione per cercare di svaligiare il convoglio di Re Giovanni. Il popolo di Nottingham, cittadina dell’Inghilterra, è ridotto alla fame dalle tasse che Re Giovanni, usurpatore del trono, impone con la scusa di rinforzare le milizie che stanno lottano durante una delle tante crociate.
Come si nota fin dai primi istanti, la versione animata porta lo spettatore all’interno delle mirabolanti gesta del nostro eroe, quasi come se si volesse esaltare la figura del ladro. La raffigurazione come volpe, in tal senso, non è di certo casuale; al contrario la furbizia che molti legano a questo animale, viene traslata sullo stesso Robin. Furbizia che se paragonata al film di Mel Brooks, Robin Hood – Un uomo in calzamaglia del 1993, viene esasperata e resa parte della comicità del film. Ma se in questa pellicola abbiamo un’esaltazione del nostro eroe nonostante commetta degli atti vendicativi, in altri film a ciò viene dato un ulteriore valore.
Il mito cambia sostanzialmente, ed è bello notare come gli elementi che valevano nell’animazione del ’73 siano diventati datati e superati in film del 2010 (trailer) o 2018 (trailer). Le varie pellicole hanno sempre cercato di motivare le azioni di Hood mostrando un background che il film Disney lascia da parte. Robin di Locksley era un nobile al quale era stato tolto tutto e diviene un bandito tornando da una delle tante campagne militari che il clero aveva commissionato. Si vendica su Re Giovanni perché lui è simbolo dell’arrivismo e dell’egoismo protagonista dell’epoca.
Archetipo fondamentale da prendere in considerazione è la bella Lady Marian, l’amata di Robin, il vero premio per le sue gesta. Dolce e femminile, buona e materna, Marian incarna tutte le caratteristiche positive della femminilità, elementi che ancora una volta vengono esasperati nel film del 1993 e trasformati in semplice comicità, ma che nel 2018 invece vengono commutati in forza, prestanza e tenacia. Vedere come questo personaggio femminile si evolve nel corso del tempo è fondamentale per rendersi conto della contemporaneità di ciò che viene portato in scena. Il film di animazione diviene quindi uno specchio della società e il commento di Re Giovanni: “Bandite donne, ma non essere assurdo” è sicuramente un cardine di ciò che in passato era più facile pensare. La Disney si mostra in grado di rappresentare la società incastonando le sue gemme nelle epoche in cui sono nate, evolvendosi con il tempo, ma restituendo uno specchio di un preciso istante. Vedere Robin Hood oggi vuol dire analizzare punti che in passato potevano sfuggire, ma che sono diventati essenziali per capire come il mito sia in grado di evolversi.
Il 21° film di animazione di casa Disney però risentì del ridotto budget e della mancanza di tempo per la completa produzione, e ciò si riversò in particolar modo sulle animazioni. Molte scene, infatti, vennero riciclate da altri cartoni animati, come ad esempio da “Il libro della giungla”; ciò lo si nota soprattutto nella canzone “Il Re fasullo di Inghilterra”; così come altri disegni dello stesso Robin furono tagliati e riutilizzati più volte. Inoltre il film ha un finale alternativo, una breve rivisitazione della storia che però porta alla medesima conclusione. Quando Robin si tuffa nel fossato mentre il castello è in fiamme, viene colpito da una freccia e successivamente soccorso da Lady Marian. Una volta scoperto ciò, Re Giovanni tenta di assassinare il giovane Hood, ma viene bloccato in tempo dall’arrivo provvidenziale di Re Riccardo. Il fratello maggiore decide di mandare in esilio Giovanni. Inoltre, dopo il matrimonio tra Robin e Marian, lo Sceriffo di Nottingham non è costretto ai lavori forzati, ma dopo una breve incarcerazione si pente dei suoi crimini e partecipa alle celebrazioni.
In attesa di ulteriori informazioni sulla realizzazione del live action destinato alla piattaforma di streaming Disney+, godiamoci quindi un classico intramontabile dell’animazione per ragazzi con un occhio più attento sui particolari di questa leggenda.