Chaos Walking, la recensione del film con Tom Holland su Prime Video

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Cosa accadrebbe se ogni nostro pensiero o emozione fosse alla portata di tutte le persone che ci circondano? Chaos Walking (qui il trailer), film diretto da Doug Liman tra vari rimandi e passaggi di mano e ora su Amazon Prime Video, tenta di rispondere proprio a questo quesito. Lo fa ambientando la propria storia in un mondo dove i pensieri delle persone si manifestano sotto forma di una nuvola violacea attorno alla testa che li rende udibili, tramite un fenomeno chiamato dalla gente del posto il Rumore.

Questa particolare condizione colpisce apparentemente solamente i soggetti di sesso maschile e non le donne, che ormai sembrano essere scomparse del tutto da questo pianeta fino a quando la giovane Viola (Daisy Ridley) non sarà costretta ad eseguire un rovinoso atterraggio di emergenza su questo mondo. Presto la ragazza entrerà in contatto con Todd Hewitt (Tom Holland) che tenterà di aiutarla a fuggire affinché non venga catturata dallo spietato sindaco del villaggio Prentiss (Mads Mikkelsen).

Il film, dunque, si basa su una solida premessa in quanto adattamento del primo romanzo dell’omonima trilogia di Patrick Ness, anche co-sceneggiatore. L’idea di usare il cosiddetto Rumore come mezzo di interazione tra gli uomini appare come una buona e innovativa dinamica, potenzialmente capace di renderci spettatori di vicende e situazioni del tutto originali.

Purtroppo, però, la sceneggiatura pecca di superficialità (nella writing room anche Christopher Ford) e spesso abusa dell’espediente narrativo alla base del film affinché la trama possa proseguire. Gli eventi narrati non riescono a coinvolgere quanto dovrebbero e troppo frequentemente si ha la sensazione che le vicende sarebbero dovute essere state scritte in maniera più approfondita e meno sbrigativa (e qui si notano le difficoltà dovute ai vari rimpasti che il film ha conosciuto nel tempo). I personaggi di Tom Holland e Daisy Ridley, seppur alleati, non sembrano realmente legati tra di loro, risultando come se fossero costretti a condividere le scene senza quella giusta alchimia che ci si aspetterebbe in una coppia di ragazzi immersa nelle loro stesse difficoltà.  

La pellicola soffre quindi di una scarsa costruzione emotiva e tende a lasciare che lo spettatore si faccia trasportare principalmente dalla novità rappresentata dal Rumore, dal carisma dell’antagonista interpretato da Mikkelsen e dal ritmo movimentato della narrazione. Gli ultimi due in particolare riescono a rendere Chaos Walking un prodotto d’intrattenimento discreto, ma non bastano per considerare riuscita l’opera in tutto e per tutto.

Chaos Walking si configura dunque come un’occasione sprecata, un lungometraggio privato di una vera e propria identità, costruito attorno a una storia gradevole ma poco approfondita, destinata a svanire non molto lentamente dalla nostra nuvola dei pensieri.

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