#RomaFF19: Berlinguer – La grande ambizione, la recensione del film di Andrea Segre

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Un altro tassello del Politic Cinematic Universe. Dopo Il divo, Loro, Hammamet, Esterno notte, un altro film biografico su un politico italiano. Berlinguer – La grande ambizione (trailer) di Andrea Segre, film d’apertura alla Festa del Cinema di Roma 2024, ricostruisce la figura di Enrico Berlinguer per parlare alla politica di oggi.

Segre prosegue un genere che negli ultimi anni in Italia ha trovato terreno fertile. Si sente la necessità di raccontare le storie nella Storia. Le storie di persone che hanno fatto la nostra Storia. Berlinguer – La grande ambizione è un altro film biografico su un politico italiano vissuto in un periodo fondamentale, in cui la politica contava. Gli anni di piombo, il rapimento Moro, il compromesso storico e tutte le conseguenze (arrivando fino a Tangentopoli, sfondo della serie 1992) sono fenomeni che il nostro cinema sta ricostruendo ed elaborando da vari punti di vista.

Berlinguer – La grande ambizione ruota attorno alla ricostruzione storica. Ambientazioni, scenografie e costumi, dialoghi. Tutto fedele agli anni ‘70. Vedi, respiri e ascolti gli anni ’70. Anche la performance di Elio Germano va in questa direzione: ricostruire quel Berlinguer. L’attore non interpreta un ruolo. Non diventa il politico. Presta il suo corpo, e in particolare la sua voce, alla ricostruzione storica condotta dal regista. L’approccio registico di Segre, documentarista di nascita, resta documentaristico. Come conferma la grande presenza di materiale d’archivio, che ribadisce e ricorda di che periodo si parla (Bellocchio insegna). Il racconto della storia di Berlinguer passa attraverso il racconto della Storia di Berlinguer.

Berlinguer - La grande ambizione

Berlinguer – La grande ambizione dipinge un uomo che oggi non esiste più. Berlinguer era l’ultimo esemplare di quella politica del compromesso e del dialogo stroncata col delitto Moro – che non a caso conclude il film. Questa scelta sul finale riporta subito a Buongiorno notte ed Esterno notte. Segre non riprende da Bellocchio solo l’uso del materiale d’archivio, ma anche la scelta di raccontare la vita privata del grande uomo pubblico. Tuttavia, il quotidiano di Moro o Cossiga nella serie di Bellocchio è molto diverso da quello di Berlinguer. Mentre in Esterno notte il politico diventa uomo – fragile, instabile, emotivo -, in Berlinguer – La grande ambizione il politico sovrasta l’uomo. Il domestico della famiglia Berlinguer è pieno di discorsi politici, dialoghi sul futuro del paese, riflessioni e discussioni. Il pubblico invade il privato.

Il film sembra dire: Berlinguer era il politico perfetto. Dedito al bene comune in ogni istante della sua vita. Un santo della democrazia. Forse era così, forse no: fatto sta che diventa solo una figura distante, irraggiungibile, irrealizzabile. Un personaggio senza difetti, che non sbaglia mai, in cui è difficile identificarsi. Un politico utopico, che non è esistito e non esisterà mai. Tuttavia, il protagonista di Berlinguer – La grande ambizione non è un personaggio: è una figura, un esempio, un simbolo. Non solo del comunismo italiano di quegli anni (come accade in Quando di Veltroni).

Il Berlinguer di questo film è il simbolo di una politica che non esiste più. Per questo sembra così lontano e idealizzato. Da dopo il delitto Moro qualcosa si è rotto. È lì che il compromesso viene negato. Per questo Berlinguer – La grande ambizione si interrompe lì. Il Berlinguer di Segre è l’esempio della ricerca dell’unione, del dialogo, del rispetto per la res publica. Esemplifica un modo di fare politica che oggi è sparito, sia che si cerchi a destra che a sinistra. È un esempio esasperato, astratto. Forse, però, solo ai nostri occhi, abituati ad altro. È nel nostro presente che questi valori sono spariti del tutto dal panorama politico (e sociale in generale). Oggi bisogna per forza schierarsi e opporsi con orgoglio verso l’avversario. Oggi è il privato a invadere il pubblico. Segre sceglie Berlinguer per ragionare se prima fosse così – chiedendosi se oggi debba esserlo per forza.

Continuando una recente tradizione filmica sempre più corposa di biografie politiche, Berlinguer – La grande ambizione ricostruisce la figura simbolica di Berlinguer per mandare un messaggio al nostro presente. Truffaut non sarebbe stato contento, ma a volte serve anche questo.

Dal 31 ottobre al cinema.

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