Presentato alla settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia all’interno della sezione Orizzonti, Apples (trailer) è il film d’esordio di Christos Nikou, regista greco formatosi negli anni come assistente alla regia per cineasti come Richard Linklater (Before Midnight) e Yorgos Lanthimos (Dogtooth, film per il quale ha ricoperto anche il ruolo di script supervisor). Il titolo sin dalla premiere ha attirato molte attenzioni, in particolar modo per la presenza nel ruolo di produttrice esecutiva di Cate Blanchett che ha garantito, oltre al successo riscontrato in seguito dal film, il lancio di Nikou a livello internazionale per il suo prossimo progetto Fingernails (IMDb per il momento segnala il film in pre-produzione e con un’uscita prevista per il 2022).
Apples, leggendo la sinossi e guardando le prime immagini, si pone come degno successore proprio dei film di Lanthimos o dei nuovi autori greci dell’ondata weird. Lo spunto iniziale da cui parte il regista – una Grecia colpita da una sorta di virus che porta molte persone a perdere la memoria – può infatti lontanamente ricordare quello di film come il sopracitato Dogtooth. Questo intento di raccontare in un certo modo la Grecia di oggi (anche se si allude ad un non definito passato, vista la presenza di oggetti come la polaroid e registratori a nastro) viene ribadito del 4:3 come formato dell’immagine e una recitazione ai limiti dello straniante, distaccata, in particolar modo da parte del protagonista senza nome interpretato da Aris Servetalis.
Resta comunque da confrontarsi con i 90 minuti di Apples. Nikou dimostra di saper conoscere le regole di scrittura di un film, di avere confidenza con il mezzo. Superato il primo atto – Aris che resta vittima dell’amnesia – il film trova il suo ritmo e procede regolarmente. Non sembrano esserci sbavature, nonostante l’estrema somiglianza (tanto quanto le innumerevoli scene in cui mangerà una mela) fra le prove che Aris dovrà affrontare lungo il suo percorso.
Nella semplicità del messaggio che vorrebbe mandare attraverso questa “rieducazione alla vita” – le sopracitate prove immortalate da una polaroid – Nikou fa inevitabilmente centro. Ma allo stesso tempo appare eccessivamente preoccupato di non fuoriuscire dal percorso principale prefissato, di non intraprendere strade alternative o persino di dare spessore alla finzione messa in piedi. Non che debba essere un difetto, assolutamente, però la sensazione finale è quella di vedere trattata la materia in questione troppo superficialmente e di aver sprecato altrettanto. Apples, in conclusione, è un film a cui manca il coraggio di scavare e lasciare il segno, sia positivamente che negativamente.
Apples è disponibile in streaming su MioCinema a partire dal 31 marzo.