Pronto a rispondere alle domande degli studenti e alle suggestioni dei professori Andrea Minuz e Damiano Garofalo, è stato ospite, alla vigilia della manifestazione, il direttore della Festa del Cinema di Roma, Antonio Monda. La linea di quest’anno, come già da quattro anni, è quella dell’eccezione, del desiderio di distinguersi dagli altri festival cinematografici, come ha ribadito più volte il direttore artistico. “Il potere del cinema non sta nel creare dei film necessari: il film non deve soltanto mandare dei messaggi ma deve colpire il cuore e il cervello degli spettatori”.
Quello che ha catturato maggiormente l’attenzione dei ragazzi, oltre alla comunicazione degli eventi che comporranno il mosaico di questa festa rappresentata dal volto di Greta Garbo, è stato il racconto del retroscena, di tutte quelle difficoltà che vanno a “distruggere” l’idea iniziale di festival che un direttore artistico può avere. “Purtroppo c’è una grande difficoltà locale: questa città non vive il momento più florido della sua esistenza e il budget della festa è soltanto un terzo di quello di Venezia e un ottavo di quello di Cannes”.
Con questa premessa Antonio Monda ha spiegato la scelta che differenzia la manifestazione romana dalle altre: concentrarsi maggiormente sugli artisti con 10 incontri ravvicinati e ben due premi alla carriera consegnati a Bill Murray e a Viola Davis, una scelta mossa non dal volere della critica ma dalla volontà di avvicinarsi sempre di più al pubblico. Nonostante le difficoltà che si possono incontrare, Monda e lo staff (Alberto Crespi, Valerio Carocci, Francesco Zippel e Giovanna Fulvi) hanno fatto il possibile per presentare comunque il meglio. “Sarà una manifestazione senza madrina, senza quote, sarà una festa all’insegna del buon cinema con ben 19 film curati da registe ma che sono stati scelti essenzialmente per la loro qualità”, parole forti quelle di Monda ma che esprimono una nuova linea di conduzione di una tipologia di manifestazione spesso colpita da troppi cliché.
Tra le novità di quest’anno ci sono “Duel” e “Fedeltà e tradimenti”: la prima fascia di incontri vedrà personalità del mondo della cultura “affrontarsi” difendendo un campione rispetto ad un altro che, in qualche modo, ne è stato rivale. La seconda vedrà protagonisti 15 giornalisti e scrittori che discuteranno sull’adattamento filmico derivato da una certa opera letteraria. In risalto ci sono le due retrospettive e gli omaggi dedicati ad alcune personalità come Zeffirelli e Pontecorvo. Oltre alle diverse prime mondiali e alla maggioranza di prime europee ci sono anche dei prodotti italiani accuratamente scelti perché, come ha affermato Monda, “per aiutare il cinema italiano non bisogna fare un’opera di allargamento bensì di selezione”.
Tra i nomi che potranno arrivare al Dolby Theatre di Los Angeles il prossimo 9 Febbraio potrebbero esserci The Irishman che ha registrato un boom di apprezzamenti tra la critica americana e Motherless Brooklyn, il film d’apertura firmato Edward Norton senza dimenticare Judy interpretata da Renée Zellweger. Non ci resta che aspettare questa sera e che sul red carpet dell’Auditorium Parco della Musica si riaccendano le luci. I buoni propositi per un festival all’insegna della novità e dei colpi di scena ci sono tutti.