Annabelle 3 è il terzo capitolo dell’omonima serie di film di grande successo della New Line Cinema, con protagonista l’ormai celebre bambola malefica del mondo di The Conjuring. Gary Dauberman, sceneggiatore dei film Annabelle, IT e The Nun – La vocazione del male, in questa pellicola debutta ufficialmente alla regia, prodotta da Peter Safran (noto tra gli altri per Aquaman), lo stesso produttore di tutti i titoli del franchise internazionale, e dal creatore dell’universo narrativo James Wan. Il film è nelle sale italiane a partire dal 3 luglio.
Il terzo spin-off della saga mostra il ritorno dei coniugi Ed e Lorraine Warren (interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga), demonologi esperti che erano già stati al centro della narrazione dei primi due capitoli di The Conjuring. Le vicende di Annabelle 3 hanno luogo nella prima metà degli anni Settanta, dunque possiamo collocarlo cronologicamente prima degli eventi che hanno dato il via a The Conjuring – Il caso Enfield, ambientato tra il ’76 e ‘77. Stavolta i Warren decidono di portare a casa, nel loro museo domestico degli orrori, la terrificante bambola Annabelle per custodirla dentro una teca benedetta. Ma qualcosa va storto. Una notte, la piccola Judy (Mckenna Grace) viene lasciata in compagnia della sua baby-sitter Mary Ellen (Madison Iseman) e della sua intraprendente amica Daniela (Katie Sarife), la quale riesce ad accedere nella stanza dell’occulto. Tra gli oggetti malefici dei Warren c’è la nota bambola che risveglierà una serie di spiriti di maligni.
La trama è semplice, anche se non eccezionalmente sviluppata. Ormai sappiamo che Annabelle è un canale del male per chi la possiede e che era al centro delle vicende nelle prime due pellicole. Dauberman, invece, pilota la storia incentrandola sulla piccola Judy. Ed ecco una teen comedy in cui non mancano momenti comici, il bullismo e i primi amori adolescenziali pronti a fiorire. Jump scare? State comodi, ce ne sono davvero pochi e per lo più scontati, tutto ciò a discapito del ritmo. Annabelle 3 procede lento verso un finale un po’ più movimentato e decisamente più ottimista del solito.
Da un debutto alla regia ci si dovrebbe aspettare un lavoro innovativo ed originale. Dauberman invece rispecchia gli standard e non osa, decidendo di restare ancorato ad una ‘classicità’ di genere, destituendo notevolmente il potenziale iniziale del film.
Nonostante gli omaggi ai grandi del cinema come Kubrick e Romero, questa pellicola è il risultato mediocre di chi vuole raggiungere un pubblico sempre più ampio anche con un genere non proprio per tutte le età. Un ottimo esempio (e oggetto di studio) di come un genere attualmente ‘di moda’ riesca ad influire sul mercato sfruttando un franchise già ben avviato. Complessivamente, Annabelle 3 è una confusione orgiastica di creature mostruose che sbucano da ogni dove senza un appiglio logico. Se prima ci divertivano gli esorcismi, da questa pellicola c’è da aspettarsi tanta ironia, giusto per non rimanere delusi.