«I poliziotti sono come gli attori: devono recitare per farsi rispettare». Queste sono le parole di un agente (o forse di un attore che lo interpreta), in questo docudrama sorprendentemente intelligente e tuttavia sincero sulla natura contrattuale del potere e dell’autorità. Diretto dal regista messicano Alonso Ruizpalacios, che in soli cinque anni si è affermato come uno dei talenti del nuovo cinema ispanico (dapprima col debutto Güeros e più tardi anche con l’acclamato Museo – Folle rapina a Città del Messico (recensione), A Cop Movie (trailer), documentario targato Netflix, ci racconta le peripezie nelle difficoltose strade di Città del Messico dei partner Teresa e Montoya, reinterpretati nelle ricostruzioni da Monica del Carmen e Raoul Briones.
Sin dalla prima scena e dai titoli di testa, Ruizpalacios conferisce alla sua opera una precisa estetica: tramite la musica jazz-funk che accompagna le avventure dei protagonisti, le grafiche audaci e gli zoom repentini si svela il modello di riferimento, ovvero il poliziesco anni Settanta, specialmente quello televisivo statunitense. Grazie a questi ed altri espedienti, il regista intende accordare quell’affiatamento del buddie movie alla coppia Teresa-Montoya (affettuosamente soprannominata dai colleghi “la pattuglia dell’amore”), che qui si trasmutano in una sorta di novelli Starsky e Hutch, due agenti inarrestabili che si trovano ad affrontare, oltre il crimine organizzato, la stessa polizia corrotta. Allo stesso tempo però Ruizpalacios sperimenta nuove linee di narrazione: i suoi personaggi parlano direttamente alla camera, e la sincronizzazione labiale degli attori a metà scena con i loro stessi commenti fuori campo ricorda la rottura della quarta parete tipica del mockumentary.
Come se non bastasse, a metà opera, l’autore cambia totalemente le carte in tavola. Quando un problema tecnico causa l’interruzione della scena, l’illusione della fiction viene tradita dallo stesso Ruizpalacios, che continua a riprendere gli attori, che ora domandano di fare un break. Ecco quindi che il documentario, di qui in poi, cambia soggetto: i videodiari degli stessi interpreti, Monica del Carmen e Raoul Briones, ci mostrano la realtà della produzione del film. I due, per un’immersione più efficace, frequentano l’accademia di polizia, della durata di sei mesi, alla fine della quale faranno ufficialmente parte del corpo di polizia messicano, e perciò si troveranno a pattugliare veramente le strade della capitale.
In definitiva, A Cop Movie appare un potpourri di generi e stili differenti, magistralmente cuciti tra loro dal montaggio di Yibrán Asuad, non a caso vincitore dell’Orso d’argento per il miglior contributo artistico alla Berlinale 2021. Dopo la visione un solo dubbio sorge: e se fosse tutto finto? E se anche le testimonianze degli attori fossero frutto di uno script? E ancor di più, se Teresa e Montoya non fossero mai esistiti? In effetti, come dice uno dei poliziotti: il loro lavoro consiste nel recitare.